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Poche semplici mosse per proteggere cuore e arterie

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Emanuela Maria Blundetto, medico di famiglia Mestre

Familiarità, diabete, colesterolo alto, ipertensione arteriosa, fumo: sono questi i maggiori fattori di rischio per le patologie cardiovascolari, che colpiscono il cuore e i vasi arteriosi e che – meglio ricordarlo – sono la principale causa di morte nel mondo occidentale e anche in Italia, essendo responsabili, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, del 44% di tutti i decessi.

Ne soffrono soprattutto gli uomini con più di 50 anni, che abbiano uno o più fattori di rischio. «Le donne non hanno infarti» si è ripetuto a lungo. Beh, non è proprio così: la popolazione femminile ne è colpita solo un po’ più tardi, intorno ai 60 anni, dopo la menopausa. Prima il gentil sesso è aiutato dalla protezione ormonale.

Immagine di brgfx su Freepik
I fattori di rischio per le patologie del cuore

Il primo fattore di rischio, non eliminabile, è la familiarità, condizione che porta ad essere più predisposti all’infarto, all’ictus o alle aritmie gravi se ci sono già stati tra i parenti casi di patologie cardiovascolari. Anche il diabete, malattia curabile e controllabile attraverso la glicemia, incide su vasi e arterie, determinando alterazioni che portano ad eventi cardiovascolari. Nella scala di rischio avere il diabete ha lo stesso valore che avere già avuto un infarto.

Trigliceridi e colesterolo alti vanno tenuti sempre sotto controllo: il problema non è tanto mangiare un dolcetto o il formaggio – l’alimentazione incide solo del 15% sull’ipercolesterolemia – quanto le forme legate alla familiarità. L’impegno resta comunque necessario: «Il colesterolo è di famiglia, anche papà ce l’ha alto», come ci sentiamo ripetere spesso noi medici, non è una buona scusa per non occuparsene.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay
La malattia del cuore più diffusa? L’ipertensione arteriosa

L’ipertensione arteriosa – in assoluto la malattia più diffusa al di sopra dei 65 anni, nel mondo ne soffre un adulto su 3 – è un fattore di rischio importantissimo e indipendente. Avere la pressione alta, infatti, raddoppia la possibilità di avere un infarto e aumenta di 3-4 volte il rischio di avere un ictus. Colpisce uomini e donne e, purtroppo, poiché all’inizio non dà sintomi evidenti, spesso viene scoperta tardi: la persona così non percepisce la pericolosità della sua condizione.

Il consiglio, per chi ha più di 50 anni, è di misurare periodicamente la pressione: se è normale basta una volta al mese; se è border line, 120-139 la massima e 80-89 la minima, ogni 15 giorni; se è alta, 2 o 3 volte la settimana. Meglio controllarla la mattina, a riposo da almeno 5 minuti, senza aver fumato la mezz’ora precedente e seduti con il braccio appoggiato sul tavolo.

I fattori di rischio che si possono eliminare? Fumo e sedentarietà

Proprio il fumo, infine, è il più eliminabile dei fattori di rischio: pur essendo in calo il numero dei fumatori, sono in aumento le donne con la sigaretta accesa e i ragazzi, che difficilmente poi, da adulti, riescono a smettere.

Resta fondamentale la prevenzione. Il cuore si può proteggere in poche mosse: smettendo di fumare, mangiando con attenzione, evitando cioè i cibi ricchi di grassi animali e preferendo legumi, pesce e cereali integrali, e camminando il più possibile, almeno mezz’ora ogni giorno o un’ora 3 volte la settimana. Approfittate del movimento d’occasione: se dovete andare da qualche parte andateci a piedi o, se prendete l’auto, parcheggiatela un po’ più lontano. Il vostro cuore ringrazierà.

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