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Portineria di sestiere della Giudecca fra arti e ascolto

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Il presidio di volontari che offre servizi alla comunità dell’isola e non solo

Nata da qualche mese, la Portineria di sestiere, che si rifà alle precedenti esperienze del modello francese delle portinerie di quartiere nate già a Mestre e Venezia, ha aperto sull’isola della Giudecca al Centro Civico CZ95. Avviata a partire dalla collaborazione di un gruppo di 9 associazioni, la proposta dal basso ha vinto un bando promosso dal Cavv-Csv Venezia, concentrato sull’animazione e la riqualificazione dei quartieri: «Grazie al Csv abbiamo ufficializzato e strutturato delle attività che in qualche modo già facevamo ma che avevano bisogno di un contenitore riconoscibile», raccontano le volontarie, ormai una decina di assidue.

«Tutto è iniziato con il progetto di riqualificazione urbana “il Provvisorio” che abbiamo sviluppato proprio assieme al Csv Venezia – racconta la volontaria Elisa Carmen Brumat – dopo aver organizzato eventi e cinema all’aperto con successo è uscito il bando e ci siamo detti, perché non continuare?». La portineria offre servizi di prossimità, dando supporto a chiunque abbia bisogno, con la peculiarità di un’utenza “a forbice” concentrata su bambini e anziani, cercando anche di mescolare insieme questi utenti per diventare un punto di riferimento per loro. Da piccole faccende come portare la spesa a casa, accompagnare per una passeggiata o solo per fare compagnia fino ad animazione e attività di gioco, l’obiettivo è essere un aiuto riconoscibile per la comunità dell’isola.

Lo Sportello luce: un punto di ascolto che si fa anche diffuso

«Abbiamo introdotto un’iniziativa per attivare gruppi di cittadinanza attiva con il nostro servizio di ascolto dello “Sportello luce – spiega Claudia Boila, pedagogista e volontaria – è un’attività che si può svolgere sia in gruppo che in modo individuale, ma stiamo avendo più accessi singoli, sembra come se le persone abbiano un po’ di pudore a mostrare le loro fragilità agli altri. Paradossalmente con il coinvolgimento delle pedagogiste volontarie e l’interesse della dirigente scolastica di un istituto comprensivo della città, che raggruppa scuole primarie e medie, stiamo lavorando molto con le classi, abbiamo portato lo sportello al loro interno, con una grande partecipazione».

«La fiducia che ci ha dato questa dirigente ci ha permesso di portare la nostra proposta a Castello e Dorsoduro oltre che nel nostro sestiere – continua – da qualche settimana abbiamo aperto il nostro sportello a tutto il personale scolastico, a studenti e genitori. Se le insegnanti ci sottopongono le problematiche di classe da affrontare in gruppo, supportiamo singolarmente gli studenti su temi come il bullismo e i genitori sulle difficoltà relazionali con i figli. In questo momento stiamo sperimentando questo servizio, in base all’evoluzione delle richieste decideremo come gestirlo ma non escludiamo di rendere strutturale l’offerta fuori dalla portineria un progetto consolidato. Mentre di sicuro c’è che nella nostra sede al CZ95 le porte sono aperte per chiunque abbia bisogno di un supporto nella quotidianità».

L’assistenza alla persona si fa anche con la terapia delle arti

Il supporto che viene offerto dalla Portineria di Sestiere ha anche un particolarità, ovvero quello di affrontare le problematiche attraverso l’arti-terapia. «E’ un metodo che utilizza diverse forme di espressione artistica, non sola la pittura o il disegno, come un mezzo per permettere di raggiugere una maggiore consapevolezza di sé, superare i propri limiti e aumentare le proprie possibilità – spiega Brumat – si parte dalla comprensione del problema, che può essere un momento di crisi o di cambiamento, conflitti con gli altri, questioni personali, o anche solo per comprendersi meglio, non è necessario stare male per venire».

«L’obiettivo di un percorso di questo tipo – prosegue – è quello di dare un’alternativa alla parola e al dialogo, usando un medium nella relazione di aiuto che si instaura fra terapeuta e soggetto, da un primo confronto si sceglie il mezzo espressivo più adatto, che può essere anche la danza o il solo ascolto della musica, analizzando insieme ciò che emerge da queste esperienze, vissute in modo indipendente o con un supporto, poiché ogni persona ha una modalità preferenziale. Il terapeuta però non fornisce risposte, ma aiuta l’individuo a leggere la risposta agli stimoli. Come tutte le attività della portineria è un servizio gratuito, ma gestito da professionisti, l’interesse maggiore lo ha mostrato la fascia d’età che facciamo più fatica a raggiungere, ovvero le donna fra i 40 e i 50 anni, ma è aperto a tutti, senza preconcetti».

Le sfide della Portineria di sestiere: arrivare di più ai bambini

«L’esperienza avviata nell’isola è in continuità con l’apprezzamento degli altri presidi attivati a Mestre, Venezia e Chioggia – spiega il direttore generale del Csv Venezia Ketty Poles – il nostro obiettivo è creare una rete in tutta la città metropolitana». Come ricorda il presidente Mario Morandi : «Vogliamo offrire delle porte alle quali tutti i cittadini, possano bussare per chiedere aiuto e sostegno». Alla Giudecca fin da subito la proposta è stata molto interessante per i meno giovani e per chi si trova in ristrettezze, per cui è disponibile il servizio di spesa sospesa durante l’apertura dello sportello, con una cesta dove chi ha in accesso può donare generi alimentari e chi è in difficoltà li può prendere.

Per i bambini è attivo il servizio di cinema (il “Cinematti”), oltre a qualche apertura straordinaria nei fine settimana. «Vorremmo però coinvolgerli di più – raccontano dalla Portineria – la problematica principale è riuscire a intercettare quei bambini che non vengono seguiti, sono po’ lasciati a sé stessi e ne vediamo parecchi a spasso per l’isola. Fanno parte di quelli non impegnati in attività che le famiglie non possono permettersi e anche se Venezia conta solo un po’ più di 20.000 minori fra i 2 e 13 anni, alla Giudecca sono parecchi. E’ un momento storico in cui mettersi in relazione con gli altri è molto difficile, l’esperienza recente del Covid ha generato molta sfiducia, ma noi crediamo che ci possa essere ancora del buono nell’aiutarsi a vicenda, avvicinandosi invece che allontanandosi, per questo cerchiamo di tenere le nostre porte aperte per tutti».

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