«Maria è la prima discepola, prima di tutti gli uomini che hanno seguito Gesù, prima di tutti i discepoli, prima di Pietro, c’è Lei, c’è il Suo sì. Ai piedi della Croce Le viene affidato Giovanni. Quindi Maria ha una preminenza anche su quel discepolo che è rimasto fedele fino alla morte del Maestro. Dobbiamo guardare a Lei sempre, che siamo uomini donne, anziani e giovani, laici o chierici, religiosi o religiose, sani o malati, dobbiamo guardare a Lei». Sono le parole del Patriarca Francesco, pronunciate sabato scorso in occasione del ritorno della Statua del Santuario della Madonna dell’Angelo a Venezia per il centenario della sua benedizione.
La statua fu infatti benedetta dal Patriarca Pietro La Fontaine nel luglio del 1923, in Basilica della Salute, dopo la sua ricostruzione. Il simulacro del Santuario era stato distrutto da un incendio provocato dai ladri che il 31 gennaio del 1923 si erano introdotti all’interno rubando offerte e ornamenti. La comunità di Caorle fu molto scossa dall’evento e il Patriarca La Fontaine promise una nuova statua, che fu benedetta poi in luglio a Venezia e portata via mare a Caorle.
Il gesto e poi il tragitto sono stati ripetuti sabato 21, con l’arrivo della statua a Venezia, accolta dal Patriarca Francesco e portata in processione dalla riva delle Zattere alla Basilica della Salute dove si è tenuto un momento di preghiera. Il Patriarca ha poi accompagnato la statua nel tragitto di ritorno, a bordo della Motonave Caorle, fino all’arrivo alla foce del fiume Livenza dove è stata trasferita su una caorlina.
Migliaia di persone hanno seguito l’arrivo della Statua della Madonna dell’Angelo via mare e hanno poi partecipato alla Celebrazione Eucaristica presieduta dal Patriarca Francesco Moraglia. Ancora di più le persone la sera di sabato e di domenica per le due processioni salutate dal pittoresco “incendio del campanile”: «Se è vero che in quei momenti molti sono arrivati attirati dal folclore, ebbene costoro non hanno potuto fare a meno di osservare come la Madonna e il Signore fossero presenti in quei momenti», spiega il parroco di Caorle, monsignor Danilo Barlese.
«La Madonna, con la sua semplicità, ci chiede di essere umili e di accogliere il messaggio evangelico nella vita di tutti i giorni. Una vita che fiorisce laddove ci si ascolta e non si è individualisti, dove si creano legami e non si distruggono. Anche il gesto di rievocazione storica che abbiamo compiuto, riportando la Statua da Venezia a Caorle ha un sapore diverso per il cristiano perché, con la resurrezione di Gesù, non esistono più sacro e profano, perché tutta la nostra vita assume una dimensione sacra. Da ultimo – conclude il parroco – voglio ringraziare i tanti che hanno collaborato per l’organizzazione e la buona riuscita di questa Festa così importante per la nostra comunità».
Qualche apprensione si era vissuta nel pomeriggio di sabato a causa del maltempo che ha imperversato lungo la costa. «Il temporale ci ha sferzati nel tragitto di ritorno da Venezia – racconta Flavio Ineschi, giornalista e vogadore della Caorlina “Città di Caorle” – a Cavallino Treporti il temporale è diventato grandinata e abbiamo temuto che potesse rovinare il programma dei festeggiamenti. Fortunatamente il temporale ci ha “superati” e quando siamo giunti verso le 16.30 alla Foce del Livenza la situazione era quasi tornata alla normalità. Dopo aver preso il mare con la Caorlina sulla quale era la statua della Madonna, le condizioni meteo si sono stabilizzate in pochi attimi e abbiamo potuto arrivare vogando fino alla Sacheta dove ad attendere l’arrivo della Madonna dell’Angelo c’era già una folla di fedeli che ha accolto la Protettrice di Caorle con una grande ovazione. Penso che un elogio sia d’obbligo al comandante della Caorlina Ennio Benatelli, al capo dei portatori della Madonna Lucio Dalla Bella ed al comandante della motonave Caorle Riccardo Sarto».
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