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Santa Fosca: cento amici per i cento anni di Carla

Carla Menegazzi è stata festeggiata sabato 6 a Santa Fosca, la casa studentesca diocesana dove per tanti anni ha prestato servizio

«La cosa più bella di Santa Fosca? L’amicizia: basta vedere le persone presenti qui oggi: sono la prova di tutte le amicizie che rimangono dopo tanti anni». Chi lo dice può parlare del tempo e degli anni che scorrono a ragion veduta, dato che il 6 giugno scorso ne ha compiuti 100. Lei è Carla Menegazzi, che sabato scorso, proprio nella casa studentesca diocesana vicino a campo Santa Fosca ha ricevuto il saluto e l’affetto di quasi un centinaio di ex studenti, perlopiù presenti a Venezia nei primi anni del pensionato universitario (la casa è stata fondata nel 1981).

Carla, una vita in aiuto degli altri

Carla Menegazzi, veneziana di Cannaregio, si è spesa tutta la vita nell’ascolto e nel dare una mano agli altri: nella scuola, dove è stata a lungo insegnante di inglese, e per la Chiesa di Venezia: è stata, tra l’altro, anche meticolosa collaboratrice del Centro Pattaro. Ma la stagione che ha vissuto più intensamente è stata proprio quella a Santa Fosca, con gli studenti fuori sede. E l’affetto che l’ha circondata sabato ne è la riprova: «E pensare – dice prendendo il microfono e parlando a tutti – che credevo di vedere don Fausto e basta; e invece trovo un centinaio di persone…: sono stravolta un po’», scherza. E riprende: «È una cosa inimmaginabile perché rivedo tante persone che negli anni non ho avuto occasione di reincontrare ma che rimangono nella memoria – a volte rimane il nome, a volte un viso, a volte un episodio, le difficoltà che quella persona ha avuto…: non mi aspettavo una cosa così».

 

Il ricordo della nascita dello studentato

In effetti, dopo la celebrazione di una Messa, per Carla Menegazzi l’incontro a Santa Fosca è occasione per tornare agli agli anni dell’avvio dello studentato per universitari non veneziani: «È bellissimo rivedere persone della prima ora, di quando si andava a recuperare un divano trovato in fondamenta, o i letti e i materassi delle suore… È stato molto bello – dice rivolgendosi ai presenti – perché voi avete costruito una casa e una comunità anche con la fatica materiale di farla. Gli altri, dopo, hanno trovato una casa pronta, ma i primi no. Ricordo ancora quando un certo albergo ci ha chiamato perché cambiava i mobili e ce li donava…». O quando – le viene ricordato – una barca da trasporto per Santa Fosca si fece attendere per tre ore e poi arrivò: si chiamava “Gera ora”…

 

Una ricchezza per Santa Fosca

«Carla è stata una grande ricchezza per Santa Fosca», interviene don Fausto Bonini, che nel 1981 avviò quest’esperienza, su suggerimento del Patriarca Marco: «Abbiamo cominciato solo con ragazze (dall’anno successivo vennero accolti anche i ragazzi, ndr) e io mi sono trovato un po’ in difficoltà: ad accogliere ragazze di 18-19 anni io non ero la persona più adatta, c’era bisogno di una donna. Così sono andato in Domus Civica, dove c’era un’insegnante di inglese, Carla Menegazzi appunto, che collaborava con la Domus. E le ho chiesto se veniva a darmi una mano. E da allora fino a quando sono rimasto qua è stata il mio aiuto principale». Un aiuto con un pregio in particolare: «Il suo talento – continua don Bonini – è stato il saper riflettere sulle scelte. Cioè il non fare scelte spinti solo sull’entusiasmo. Anche nel rapporto con me funzionava bene, tanto che uso questa immagine: abbiamo percorso un bel pezzo di strada guidando insieme un’auto, io al volante e lei di fianco, ogni tanto tirando il freno a mano. Carla è la persona saggia che ci ha accompagnato in tutti quegli anni». Una qualità che l’ha probabilmente anche aiutata a vivere non solo bene ma anche a lungo, fino al secolo. È questo il segreto? Lei ci scherza sopra: «Non so ancora dirvi la ricetta per raggiungere i cent’anni: ve la dirò a 110».

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