È la luce che modella, come se fossero sculture, i ritratti fotografici di Maurizio Rossi. Calibrata in modo sapiente, la luce è infatti presente in tutte le circa quaranta fotografie che compongono “Sculture di luce”, il primo libro fotografico dedicato all’arte di Rossi edito da La Toletta – edizioni, con scritti di Tiziano Scarpa e della storica dell’arte Roberta Semeraro. Il libro, presentato lo scorso 26 aprile nelle Sale Apollinee del Teatro la Fenice di Venezia alla presenza del sovrintendente del teatro Fortunato Ortombina e quasi duecento presenti, a poco più di due mesi dall’uscita è già molto apprezzato in città tanto che una sessantina sono le copie vendute in libreria, senza contare la quarantina del giorno della presentazione. Il volume si avvia così verso la ristampa che, visto anche l’interesse dei turisti, vedrà l’aggiunta della traduzione in inglese. Tra le pagine in bianco e nero il racconto della realtà veneziana parte dalla voga, realtà molto cara a Rossi essendo stato per tre volte vincitore della Regata Storica. Una scelta, quella del bianco e nero, che lascia occhio e cuore aperti alla sensibilità: <Aiuta ad immergersi nelle storie, i colori a volte possono distrarre> spiega il fotografo.
Rossi, classe ’68, nato e cresciuto nell’isola di Burano, ha iniziato a dedicarsi alla fotografia come autodidatta a partire dal 2015. I primi scatti erano a colori: <Fui da subito molto apprezzato. – ricorda – Nel 2017 ho però capito che per esprimere chi ero dovevo lavorare a progetti e realizzarli privi di colore> spiega. Così Rossi inizia a raccontare il mondo della voga per poi passare ai mestieri. Nel libro, la foto di un pescatore per cui “la voga si fa lavoro” è lo scatto di transizione tra i due progetti. Spazio quindi alle immagini della laguna e della pesca, dove in molti ritratti compare il padre di Rossi, il pescatore “Bepi Suste”. Da qui si passa poi ad approfondire l’artigianato veneziano, narrato attraverso scatti sempre scenici che danno valore ai volti ritratti, ai gesti ed ai sentimenti, come la foto con la lavoratrice del merletto di Burano ultracentenaria Emma Vidal, recentemente scomparsa.
A chiudere il viaggio fotografico quella che Rossi chiama la “baratto terapia”, un progetto che continuerà a portare avanti nei prossimi mesi, in cui si sofferma a ritrarre chi vive in prima persona l’arte, condividendone le emozioni. Il progetto coinvolge artisti del territorio colti nell’attimo della loro produzione, tra questi il pittore Leonardo D’Este, fotografato proprio mentre sta realizzando il ritratto di Rossi, chiude il volume. Nel libro si susseguono così saperi tramandati nel tempo e momenti di lirismo artistico: <Da molto avevo il desiderio di fare un libro fotografico che raccontasse il mio viaggio di oltre sei anni. Per un fotografo penso sia il massimo. – dice Rossi, ringraziando l’editore Giovanni Pelizzato – Ha creduto in me e ne sono molto felice>. Doppio però è il primato di questo volume. Il libro fotografico infatti è anche il primo ad essere pubblicato da La Toletta – edizioni: <Da editore ho un’ottica molto da librario e prima di intraprendere una nuova strada ci penso bene. – spiega Pelizzato – Alcuni settori infatti, come la fotografia e la poesia, sono fortemente specialistici. Quando però circa un anno fa ho conosciuto Maurizio, la qualità delle fotografie mi ha convinto e dopo averci riflettuto bene in pochi mesi abbiamo realizzato il libro>.
Pelizzato e Rossi hanno realizzato le brevi didascalie che accompagnano ogni foto, mentre prefazione e postfazione sono rispettivamente dello scrittore Tiziano Scarpa e della storica dell’arte Roberta Semeraro. <L’idea è stata quella di mettere a confronto un autore che abbia una sensibilità diversa nel cogliere le cose rispetto ad un punto di vista tecnico e specialistico come quello offerto invece da Semeraro> precisa Pelizzato, che ora spera il libro possa essere il numero zero di una nuova collana. Così scrive Scarpa delle fotografie: “Rendono monumentale, universale, e direi addirittura classico, ciò che giudichiamo locale, tipico, peculiare”, mentre Semeraro sottolinea: “La particolarità che rende uniche le sue fotografie è dovuta non solo all’uso di speciali grandangoli, ma anche all’enfasi che Rossi mette nell’accentuare i contrasti tra i neri e i bianchi, modellando a tutto tondo i volumi delle figure e graffiando la superfice dell’immagine”. Il libro in poco tempo ha riscosso molto successo. Rossi infatti il 3 maggio è stato invitato anche in Comune dall’assessore al Turismo, Simone Venturini, che si è complimentato per l’importante traguardo.
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