
La Cancellata della Porta Magna dell’Arsenale torna a brillare. Dopo sette mesi di lavoro e un investimento di 145.000 euro, è terminato il restauro finanziato dalla Fondazione Venetian Heritage con il sostegno della Maison Dior. «Prima dell’intervento, le grate presentavano numerosi problemi di ossidazione del ferro che, in diversi casi, avevano causato la rottura degli elementi lapidei di sostegno», spiega Toto Bergamo Rossi, direttore di Venetian Heritage, «e la fratturazione degli elementi decorativi in bronzo.
Il restauro è stato eseguito utilizzando una tecnica innovativa di sverniciatura. «Abbiamo impiegato un induttore elettromagnetico, uno strumento che riscalda localmente il metallo fino a circa 200 gradi», spiega Alessandro Ervas, restauratore responsabile del progetto, «una volta raggiunta la temperatura, la vernice si solleva facilmente, senza bisogno di prodotti abrasivi o spazzole aggressive. In questo modo si ottiene una superficie perfettamente pulita, nel pieno rispetto dei materiali originali». I lavori hanno portato alla luce ben sette strati di vernice, il più antico risalente alla seconda metà dell’Ottocento. «Sono passati cinquanta anni dall’ultimo restauro», aggiunge, «prima degli anni Settanta, ve ne era stato un altro negli anni Venti».Non è la prima volta che Dior si impegna a sostenere il patrimonio culturale della città. Nell’aprile del 2024, la Maison aveva già collaborato con la fondazione come partner nel ballo di beneficenza “Naumachia” per la raccolta fondi per i lavori della Porta Magna. Due anni prima aveva già sostenuto la ristrutturazione del Museo della Ca’ d’Oro.
La cancellata monumentale del 1792 si staglia solenne all’ingresso dell’antico cantiere navale di Venezia. L’ingresso è ornato da otto statue raffiguranti divinità della mitologia romana. Il grande portale, eretto intorno al 1460, è uno dei primi esempi di architettura rinascimentale nella laguna. Ispirato ad un arco di trionfo romano, è realizzato interamente in pietra e sormontato dal leone di San Marco, simbolo per eccellenza della Repubblica di Venezia. Nel 1692, a seguito delle vittorie veneziane contro gli Ottomani guidate dal doge Francesco Morosini, detto “il Peloponnesiaco”, la Serenissima decide di trasformare l’ingresso da terra dell’Arsenale in uno spazio celebrativo: l’arco si arricchisce di un apparato scultoreo che racconta la conquista del Peloponneso. «Nello scorso fine settimana, in occasione della tappa della nave Amerigo Vespucci, 15.000 visitatori hanno potuto godere della bellezza della Porta Magna: emblema di grandezza della Repubblica di Venezia», sottolinea il contrammiraglio Domenico Guglielmi, «osservando ciò che i nostri antenati sono stati capaci di costruire, anche noi ci sentiamo in dovere di contribuire a far qualcosa di grande».
È il 1104 quando il Doge Falier istituisce un cantiere navale di Stato nei pressi di Piazza San Marco. Con la sua costruzione il mare diventa il cuore pulsante del potere veneziano. Nel corso del XII secolo, viene trasferito nella sede attuale, in una posizione più protetta. Attorno all’Arsenale si sviluppano nuovi quartieri, si alzano mura, nascono abitazioni. La città cresce seguendo il ritmo delle costruzioni navali. Alla fine del XIV secolo, Venezia vive una stagione di straordinario fervore commerciale. Il Senato, consapevole dell’importanza strategica del cantiere per sostenere i traffici marittimi, ne decreta l’ampliamento. È il tempo delle guerre con Genova, rivale storica, e poco dopo della crescente minaccia turca. L’Arsenale risponde costruendo più navi, fino a triplicarne il numero, alimentando la potenza navale della Serenissima. Con l’avvento delle grandi navi a vele quadre, si adatta ancora una volta: si allargano i canali e si espande lo specchio d’acqua davanti alla porta a mare. Nel 1797 iniziano le occupazioni straniere. I francesi prima, gli austriaci poi. L’Arsenale subisce devastazioni, ma sotto l’amministrazione austriaca torna a vivere e a produrre, almeno fino al 1848. Con l’annessione di Venezia al Regno d’Italia nel 1866, la Regia Marina Italiana avvia una grande opera di ristrutturazione. Durante la Prima Guerra Mondiale, l’antico cantiere fornisce mezzi per le operazioni navali, aeree e terrestri, e diventa pilastro della logistica militare. Oggi, come polo della Marina Militare, ospita l’Istituto di Studi Militari Marittimi.
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