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Tumore al seno: Breast team al Centro di Medicina di Mestre

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Debutta il servizio integrato di prevenzione, diagnostica e chirurgia oncologica accessibile col welfare aziendale

Una novità assoluta per il comparto della sanità privata: debutta nella recente struttura di via Nilde Iotti di Centro di Medicina il Breast Team multidisciplinare per affrontare diagnosi e interventi per il tumore al seno e per la prima volta in Italia è possibile eseguire l’esame genomico Oncotype sulla biopsia per capire se sarà necessaria la chemioterapia prima di intervenire chirurgicamente. «Il primo esperimento di questo servizio ha debuttato lo scorso anno nella nostra sede di Treviso – racconta Vincenzo Papes, Amministratore Delegato dell’azienda – la risposta è stata inaspettata: su 140 mammografia abbiamo rilevato circa il 50% di masse tumorali che sono state prontamente operate prese per tempo, evitando così spesso il ricorso a chemio o radioterapia. La velocità di indagine e la pronta risposta che siamo in grado di offrire diventano così fattori chiave per intervenire in efficace. Siamo i primi nel privato a proporre un servizio simile e le richieste testimoniano un elevato interesse per l’utenza».

«Si tratta di un progetto nato da tre soggetti – spiega il dottor Nicola Balestrieri, coordinatore assieme al collega Paolo Burelli della chirurgia senologica – il nostro Breast team, composto da oncologi, radiologi, chirurghi plastici, nutrizionisti, psicologi, ginecologi, fisioterapisti e medici di medicina estetica; l’associazione “Amiche per la pelle APS” e la Regione Veneto. L’obiettivo era integrare il servizio di prevenzione, diagnosi e trattamento con progetti di welfare territoriale, in modo da favorire l’impiego di risorse assicurative per risolvere le liste di attesa della sanità pubblica anticipando il più possibile la diagnosi, migliorando il trattamento e riducendo i tempi di recupero e ritorno alla vita di tutti i giorni, anche lavorativa. La sperimentazione a Treviso ha proprio ricevuto il premio Veneto Welfare di Veneto Lavoro».

Una delle sale operatorie del Centro di Medicina di Mestre
L’origine del Breast Team del Centro di Medicina di Mestre

«L’idea di una realtà simile parte da lontano ovvero dal 2016 quando insieme collaborammo alla scrittura del Protocollo Regionale Veneto per la prevenzione del tumore alla mammella, il documento che prescrive screening biennali per donne tra i 50 e i 74 anni – raccontano Balestrieri e Burelli – il modello identificava l’importanza della diagnosi precoce per garantire il maggior numero possibile di guarigioni e tornare alla vita di tutti i giorni prima possibile. Osservando poi come sta evolvendo la sanità europea, dove la collaborazione pubblico-privato sta diventando uno standard e l’UE indica la necessità di creare breast unit multidisciplinari, abbiamo pensato di poter offrire questa possibilità anche alle pazienti venete, ma come aumentare l’accessibilità per coprire le spese e abbassare anche l’età per i controlli?».

«La risposta arriva grazie al mondo welfare e assicurativo e in Veneto solo una piccola parte dei pazienti usa questo servizio, che permette di coprire costi di servizi che nemmeno il pubblico riesce a erogare con continuità», spiega Balestrieri. «So bene di cosa si tratta – racconta Manuela Tonon di “Amiche per la Pelle APS”, fondatrice della realtà che ha come missione quella di capire al meglio le esigenze delle donne incentivando direttamente la prevenzione nelle aziende – l’associazione è nata dopo la mia esperienza diretta, nelle imprese ci rechiamo con il nostro camper per sensibilizzare e aiutare a usufruire del welfare aziendale. Un tema sia per ridurre i tempi per le dipendenti dedicati alla prevenzione, al trattamento eventuale e al recupero, sia per ottimizzare i costi, riducendo il turnover e il bisogno di ricercare personale sostitutivo in un periodo in cui si fa grande difficoltà. Io stessa quando sono stata male, da imprenditrice, non avevo nessuno che potesse lavorare al mio posto mentre mi curavo. Devo ringraziare di essermi salvata grazie a mia figlia che ha scoperto la mia massa, ma avrei potuto farmi prima degli esami diagnostici».

I servizi offerti e l’accesso a esami e cure del tumore al seno attraverso il welfare

«Un elemento fondamentale per la qualità di alto livello del nostro protocollo è proprio la mammografia con conseguente test genomico sulla biopsia, questo dati alla mano permette a circa il 60% delle pazienti di evitare la chemioterapia post-operatoria – spiega il dottor Balestrieri – si tratta di un esame che fino ad oggi offriva solo il servizio pubblico ma dopo l’intervento chirurgico. Con l’offerta di questi strumenti, in accordo con le assicurazioni, siamo in grado oltre alla velocità di offrire anche una copertura dei costi sanitari, Reale Mutua si è già organizzata per esempio. Inoltre le analisi dei tessuti che preleviamo vengo effettuate dal Dipartimento di Anatomia patologica della Clinica universitaria di Padova, diretta dal professor Angelo Paolo Dei Tos e coordinata dalla dottoressa Kathrin Ludwig. Questa attività è fondamentale per centrare la diagnosi e orientare il percorso terapeutico, in ottica di una medica di precisione, grazie a esami istologici che danno referti di altissima informazione».

«Il primo step per individuare presenze sospette a seguito o meno di autopalpazione resta la radiografia – spiega Andrea Bruscagin, responsabile della diagnostica del Centro di Medicina di Mestre – siamo riconosciuti per questa nostra specializzazione e il centro di via Nilde Iotti offre i macchinari più all’avanguardia. Basti pensare che a livello di gruppo svolgiamo 35.000 mammografie l’anno, di cui 7000 a Mestre senza contare i numeri che farà la sede appena inaugurata. Per il tumore al seno offriamo un ciclo completo di esami: mammografia con tomosintesi, tac a 128 strati, risonanza magnetica con intelligenza artificiale ed ecografia internistica, tutti servizi convenzionati col Sistema Sanitario Nazionale». L’intero servizio offerto dal Breast team è finanziabile grazie al welfare aziendale, per la convenzione attivata dall’“Associazione Amiche per la Pelle APS”: «E’ un obiettivo raggiunto di welfare con ricadute dirette sul territorio, che dalle aziende incide sul benessere delle donne e delle loro famiglie, temi di cui ci occupiamo direttamente tutti i giorni – spiega Tiziano Barone, Direttore di Veneto Lavoro – in un impegno collettivo a favorire l’occupazione e il benessere per le donne abbiamo premiato questo progetto per l’innovatività ma anche l’impatto che può portare a chi affronta questa sfida per la propria salute».

Da sinistra: Vincenzo Papes, il dottor Nicola Balestrieri, Manuela Tonon, Tiziano Barone e Paolo Zaramella
Sinergie e rapporto privato-pubblico nella cura del tumore al seno

«E’ stata una scommessa, ma il Breast team si è dimostrato davvero utile per molte donne, quindi abbiamo intenzione di offrire questo servizio con la presa in carico delle pazienti dalla prevenzione al post-chirurgico anche in altri territori in cui operiamo già. La nostra forza, oltre alla collaborazione con la clinica universitaria padovana, è la capacità di risposta immediata alla diagnosi», aggiunge l’Amministratore Delegato Papes. La Regione è presente attraverso la collaborazione oltre che con Veneto Lavoro, con Veneto Welfare: «Si tratta di un servizio che viene incontro anche a tutte quelle donne a minor tutela – spiega Paolo Zaramella – come partite iva e imprenditrici che hanno ancora maggiori problemi a gestire la malattia. Il progetto è stato premiato perché oltre che essere innovativo, è un caso studio di buone pratiche visto che oltre alla rapidità e qualità, forma anche una rete di assistenza e collaborazione fra pubblico e privato replicabile».

«In questa iniziativa il privato si affianca ma non si sostituisce al pubblico – chiarisce il dottor Balestrieri – abbiamo in essere accordi e convenzioni con alcune ULSS per la presa in carico trasversale delle pazienti. Noi riusciamo a gestire l’intero processo di cura eccetto le terapie di chemio e radio. Verranno istituite delle figure di collegamento che gestiranno l’interscambio in caso di bisogno, in modo da semplificare la comunicazione fra le strutture e saranno realtà del Terzo Settore, che in qualche modo questo lavoro già lo fanno. L’obiettivo nel complesso è aumentare la velocità di intervento e la platea di donne raggiunte, attingendo a risorse di welfare inutilizzate, secondo modelli innovativi di assistenza e cura che da noi sono ancora una novità che non in Europa, dove la sanità integrativa tocca picchi del 60% sul totale delle prestazioni. Non abbiamo inventato niente, ma ottimizzato i modelli organizzativi, col diretto risultato di aumentare la sopravvivenza delle pazienti con la diagnosi precoce e un rapido intervento del 18%, rispetto al 5/6% dei nuovi farmaci genomici (dati Registro dei Tumori). In qualche mese il Breast team sarà attivo in 8 centri di riferimento oltre a Mestre e Treviso».

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