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Tumore: una foto per tornare a guardarsi allo specchio

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Il progetto “Cambiare i connotati al cancro si può” dell’Associazione Punto e Virgola di Mira

«Tutto nasce da una promessa – racconta Annarita – quella di continuare il progetto di Luana, di aiutare le persone che si sono ammalate di tumore a guardarsi di nuovo allo specchio e piacersi, per riprendere a vivere con la consapevolezza di poter essere ancora donne. Mia figlia 12 anni fa si era ammalata e per via dell’impatto dei farmaci sul suo corpo non si riconosceva più, però da manager ed esperta di marketing non si era persa d’animo, per tornare a vedersi bella aveva chiamato dei professionisti di trucco e capelli, per farsi scattare una foto in cui potesse piacersi di nuovo».

«Un gesto in apparenza semplice, che però le ha dato una grande serenità e le ha di nuovo fatto sentire di poter essere una persona e non solo una paziente oncologica – continua – così ha voluto che anche altre come lei potessero vivere questa esperienza. Siamo partiti con la prima edizione del nostro progettoCambiare i connotati al cancro si puòraccogliendo i ritratti fotografici di tutte le donne che si sono interessate a questa idea, nata completamente dal basso e promossa attraverso Facebook. Luana è riuscita a vedere solo il primo evento a Monteforte d’Alpone, dove abitava, ma io con suo marito e i suoi zii abbiamo deciso di continuare a dare forza al suo messaggio di speranza e di bellezza, è così che è nata l’Associazione Punto e Virgola di Mira».

L’attività dell’Associazione dietro all’evento della mostra fotografica

«La preparazione dei ritratti comprende sia pazienti oncologici che persone guarite, che vogliono comunque tornare a farsi piacere la loro immagine allo specchio – spiega la Presidentessa dell’Associazione – è un’attività itinerante che coinvolge parrucchieri, truccatori e fotografi del luogo scelto per ospitare la mostra, ma abbiamo persone che fanno anche molta strada per avere uno dei nostri ritratti. La prima fase è quella di trovare le nostre modelle e organizzare un evento privato per truccare, pettinare e gestire lo shooting fotografico».

«Le fotografie sono tutte a mezzo busto – prosegue – dopo circa un mese dal primo appuntamento inauguriamo la mostra fotografica aperta al pubblico e a chi ha permesso la realizzazione dell’esposizione con la sua immagine, regaliamo il ritratto fotografico. Con quest’anno sono otto edizioni della nostra iniziativa, il Covid ci ha rallentato ma non ci ha fermato, dopo due anni di stop siamo ripartiti, abbiamo iniziato anche a collaborare conVivi in Rosa”, un gruppo di donne che sensibilizza sul tema della malattia organizzando delle camminate in onore e ricordo di Viviana, una giovane donna che non c’è più e che aveva partecipato a un nostro evento fotografico. Collaboriamo anche con le attività dell’Ottobre in Rosa con il comune di Mira e abbiamo organizzato una sfilata con la collaborazione dei suoi commercianti».

Il messaggio di Luana: non farsi fermare dalla malattia

«Tutto si è sviluppato dal bisogno di mia figlia, che è lo stesso di tutte le persone che passano per questo percorso: riuscire a tornare a guardarsi alla specchio – racconta Annarita – come lei raccontava, la malattia aveva cercato di mettere un punto alla sua vita, ma lei aveva deciso che non fosse uno stop, ma una ripartenza, unavirgolaper una piccola pausa, perché per lei c’era ancora molto da dire e da fare per aiutare altri pazienti oncologici. Da qui abbiamo scelto il nome per l’associazione che abbiamo creato in suo ricordo, per abbracciarne e rilanciarne lo spirito e le idee. Amava citare proprio la frase di Gandhi: La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia”».

«Il rapporto più difficile, quello con lo specchio – prosegue – si affronta con una nuova consapevolezza che le persone devono trovare per ripartire nel loro percorso di vita, nel nostro piccolo, contribuire a far sì che questo possa succedere, vedendolo attraverso la soddisfazione e la voglia di partecipare alle nostre attività, ci sprona a impegnarci e attorno a noi quattro si sono avvicinati più di una decina di volontari. Chi partecipa ai nostri eventi ci testimonia un miglioramento nel rapporto con la propria immagine, imparando ad amarsi di nuovo e non sono solo donne, sono in minoranza, ma anche gli uomini si sono avvicinati. Aiutare a ritrovarsi è una bella soddisfazione e vale per tutti, senza discriminazione di genere».

La mostra fotografica: il significato profondo delle immagini

«Negli anni abbiamo avuto tante persone che si sono avvicinate al nostro progetto – aggiunge Annarita – alcune sono purtroppo mancate ma la loro energia e lo spirito di solidarietà verso gli altri si è aggiunto a quello originario di Luana. Le foto che facciamo sono diventate quasi un augurio di speranza, per immaginare una nuova vita dopo la malattia. Purtroppo i tumori continuano a essere diagnosticati e, soprattutto nelle donne, colpiscono sempre più in giovane età, questo è un motivo in più per continuare il nostro impegno che vorremmo riuscire a portare anche direttamente negli ospedali, per andare oltre al passaparola».

«Gli uomini sono un po’ più restii – conclude – ma anche loro assieme alle donne vogliono prendere parte a quello che facciamo, in questo senso i malati o chi è guarito dimostrano un grande coraggio e una voglia di tornare a vivere. Una fotografia dopo essersi presi di nuovo cura di sé può sembrare una cosa normale, ma per chi ha vissuto questa esperienza, si tratta di una sorta dicartolinadal futuro». Il prossimo shooting fotografico sarà organizzato il 22 settembre 2024 all’auditorium San Salvatore di Martellago, mentre la mostra sarà aperta al pubblico dal 20 di ottobre al Centro Civico di Olmo, tutto con il patrocinio e la collaborazione del Comune. Per maggiori informazioni si può contattare l’associazione attraverso la propria pagina Facebook.

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