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Turismo sempre più a misura di disabilità nel veneziano

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L’intera Regione impegnata sul fronte di un’offerta inclusiva per i disabili

Tempo di bilanci per il progetto “Turismo sociale e inclusivo“, nato nel 2017, il biennio 2022-2023, dopo le limitazione causate dalla pandemia da Covid-19, ha visto un grande rilancio dell’attività, permettendo a centinaia di disabili di assaporare l’offerta turistica del Veneto attraverso l’accompagnamento e l’assistenza sanitaria nelle mete di vacanza. L’iniziativa, partita con le tre ULSS costiere Serenissima, Veneto Orientale e Polesana, è arrivata a coinvolgere l’intera Regione, grazie anche all’aggiudicazione di un bando del Ministero per le Disabilità.

«Quello che continua a sorprenderci – racconta Vanni Stangherlin, Dirigente dell’Unità Operativa per il sociale dell’ULSS 3 – è la collaborazione e l’entusiasmo degli operatori turistici e dei gestori degli stabilimenti balneari assieme a Comuni e associazioni, che dimostrano attenzione e sensibilità al tema. I nostri interlocutori capiscono che si tratta di una battaglia anche di civiltà, per garantire il diritto di avere strumenti per poter vivere al meglio la vacanza anche per chi parte svantaggiato. In questo la sinergia fra pubblico e privato si sta rivelando una risorsa preziosa».

Uno dei sollevatori acquistati e concessi in comodato d'uso
L’offerta di attività del progetto per il 2023

Già dal 2018 il progetto ha integrato attività sportive e pet-therapy, arricchendo l’offerta delle località balneari. L’ULSS 3, attraverso una collaborazione fra pubblico, privato e terzo settore, offre l’opportunità di praticare beach tennis, SUP (una variante del surf in cui si sta in piedi sulla tavola vogando) e Spike Ball oltre a godersi il mare. «Tutte le attività vedono il coinvolgimento di educatori e volontari – spiega Diana Bellemo, referente del turismo sostenibile per l’ULSS 3 – nella nostra area sono state interessate le spiagge del Lido e di Sottomarina, ogni anno cerchiamo di aumentare la proposta, con l’acquisto anche di attrezzature, come sollevatori e sedie job specifiche per poter andare in acqua per chi è in carrozzina, che concediamo in comodato d’uso agli stabilimenti balneari. Abbiamo coinvolto anche un centinaio di ospiti dei centri diurni offrendo loro un trasporto per portarli fino alle spiagge».

«Qualsiasi disabile può iscriversi in modo autonomo attraverso il nostro sito oppure nell’app “Vacanze sicure – aggiunge Vanni Stangherlin – Non è necessario essere residenti nell’ULSS di competenza o in Regioni e tutti i servizi sono gratuiti per l’ospite. Questo ci è possibile grazie ai finanziamenti ministeriali e regionali ma anche alla collaborazione gratuita dei gestori degli stabilimenti. I servizi sono disponibili sia per chi è portatore di disabilità fisiche e motorie che psichiche, abbiamo infatti attivato un mix di attività per tutti i livelli e fino adesso il ritorno sia dei partecipanti che delle loro famiglie è molto positivo».

Alcune ragazze coinvolte nel progetto di tirocinio mentre vanno al lavoro in vaporetto
Inclusione oltre che assistenza: la storia di Chiara

Ma il progetto non si limita a coprire esclusivamente l’aspetto turistico, infatti, già a partire dal 2019, affianco ad attività ludiche e sportive, la Regione dà la possibilità a 50 ragazzi da tutto il Veneto di svolgere un’esperienza di lavoro e tirocinio mentre si godono un periodo lontano da casa, in un luogo di villeggiatura per 50 giorni. L’ULSS 3 nel 2023 ha inserito 9 giovani disabili fra Venezia e Chioggia, fra cui Chiara che ha lavorato tutti i giorni mezza giornata nella spiaggia Blue Moon del Lido.

«Tutte le mattina dalle 8.00 alle 11.30 mi occupavo della pulizia della spiaggia e della piscina dello stabilimento balneare – racconta entusiasta la ragazza – mi è piaciuto perché ho fatto amicizia con altre persone “speciali” come me, con cui mi sento ancora e mi vedo». Come sottolinea Annalisa Longobardi, referente dell’ULSS 3 per l’integrazione lavorativa: «Si tratta di un’esperienza importantissima per questi ragazzi, tanto per superare la loro solitudine quanto per emanciparli. Chiara, nonostante la sua timidezza, ha creato delle relazioni vivendo assieme ad altri coetanei e si recava in autonomia al lavoro in vaporetto dall’Accademia ogni mattina».

«Questa esperienza di comunità – continua Longobardi – in cui ragazzi disabili vivono insieme, sotto il controllo degli operatori, condividendo spazi comuni e dovendo imparare a badare a sé stessi è un banco di prova importante tanto per loro, che si preparano al mondo del lavoro, quanto per le loro famiglie, che abituate a gestirli devono lasciare per più di un mese che siano loro a mettersi in gioco. Proprio per questo come ULSS abbiamo scelto di offrire questa possibilità ogni anno a persone sempre diverse».

Risultati e possibili sviluppi futuri dell'iniziativa

«Dopo sei anni possiamo dire che il progetto si è dimostrato un caso di successo – afferma con una punta di orgoglio Vanni Stangherlin – il fatto che siamo partiti in tre aziende sanitarie e che oggi siamo arrivati a tutte e nove, ognuna con la sua specificità turistica, ci fa ben sperare per il futuro. Quest’anno abbiamo avuto venti persone coinvolte ogni giorno nelle nostre attività per quattro giorni a settimana e un corto girato sulle nostre iniziative è stato presentato alle Biennale del cinema di Venezia come era già successo nel 2019, oltre a ospitare un tv rumena che ha voluto girare un servizio sul nostro turismo sociale e inclusivo».

«E’ chiaro che l’auspicio, visto anche l’impegno della Regione, è quello di rendere strutturale l’attività, rendendo il finanziamento stabile nel tempo, semplificando così anche l’organizzazione – spiega il dirigente – non facendo profitti il nostro unico obiettivo è quello di offrire un servizio che possa continuare a espandersi e a dimostrare la voglia di partecipare di tutti i disabili coinvolti. Basti pensare all’evento conclusivo della stagione 2023 del 14 settembre che ha visto un’esibizione con le remiere, coinvolgendo 40 dei nostri ragazzi che hanno vogato in caorlina fra i canali di Venezia, dall’Ospedale civile fino alla Casa di Riposo San Lorenzo. Un percorso che è stato proiettato in diretta sul palco durante la presentazione dei risultati, per dare un messaggio forte del valore dell’iniziativa».

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