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ULSS3 Serenissima: un flash mob per l’igiene delle mani

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Iniziativa di sensibilizzazione per sanitari e cittadini all’Ospedale all’Angelo di Mestre

«Lavarsi le mani? Aiuta molto a livello di prevenzione, soprattutto permette di abbattere il rischio di trasmettere infezioni batteriche, una delle maggiori potenziali emergenze sanitarie per il futuro». Commenta così l’importanza dell’evento svoltosi lo scorso 5 maggio il Direttore Sanitario dell’ULSS3 Serenissima Giovanni Carretta. In occasione della Giornata mondiale indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dedicata all’igiene delle mani, l’azienda sanitaria veneziana ha organizzato un flash mob coinvolgendo una parte del proprio personale per sensibilizzare i cittadini e gli operatori sanitari, per non abbassare la guardia prestando massima attenzione a un’operazione semplice ma importantissima.

Così all’ingresso dell’Ospedale dell’Angelo alle 12.00 di lunedì, coinvolgendo gli studenti di infermieristica, si sono alzate le note delle canzone di Nek “Le mie mani” ed è partita una coreografia che ha attirato l’attenzione di tutti i presenti, a cui è stato mostrato come procedere correttamente all’igiene delle mani. L’invito per agli avventori è stato quello di seguire gli stessi “passi” di danza imparando a lavarsi correttamente. «Un gesto tanto semplice – aggiunge Carretta – di cui spesso si sottovaluta l’importanza, ma da cui dipende la sicurezza degli ambienti sanitari. Le stime dell’OMS dicono che nel 2050 il rischio di mortalità sarà più elevato per l’antibiotico-resistenza che per il cancro, per cui evitare la diffusione di batteri è un tema che coinvolge tutti gli operatori sanitari e cui va mantenuta e rafforzata una consapevolezza, ma questo vale anche le persone».

Lo scanner per valutare l'igiene delle mani all'ingresso dell'Ospedale dell'Angelo
Le attività dell’ULSS3 per combattere le infezioni batteriche lavando le mani

Il 5 maggio non è una data a caso, ma contiene precisi legami con la numerologia: come cinque sono le dita della mano altrettanti sono i momenti in cui in ambito sanitario, bisogna prestare attenzione all’igiene: «La buona prassi è quella di igienizzarsi prima del contatto con il paziente, prima di una manovra asettica, dopo l’esposizione a un liquido biologico, dopo il contatto con il paziente e infine, dopo il contatto con quanto si trova intorno allo stesso – ha spiegato Katia De Biasio, referente dell’Ulss 3 per la Giornata – proprio per ricordarli abbiamo scelto lo slogan “I guanti non sostituiscono l’igiene delle mani”, infatti i guanti non sostituiscono la corretta igiene delle mani e un loro impiego inappropriato può favorire la diffusione di microrganismi»

«Oltre a mantenere percorsi formativi specifici sull’importanza della corretta igiene in ambito sanitario – spiega maggio il Direttore Sanitario dell’ULSS3 – grazie a un percorso favorito dalla Regione con i fondi PNRR, oggi in ogni reparto sia il personale medico che infermieristico è istruito, produce una relazione annuale sulle iniziative svolte e tutti gli ospedale hanno un comitato infezioni ospedaliero (CIO) che si riunisce ogni mese e che con strumenti come scanner dedicati verifica l’igiene delle mani nei reparti. Lo stesso strumento che hanno potuto testare i partecipanti al flash mob e che abbiamo deciso di lasciare all’ingresso degli ospedali di Mestre, Mirano e Venezia, dove l’utenza potrà verificare il proprio livello di pulizia fra palmi e dita».

Il dottor Giovanni Carretta alla conferenza stampa convocata all'Ospedale dell'Angelo
Lavarsi le mani: l’eredità del Covid-19 e gli ospedali del futuro

«Il Covid è arrivato come uno tsunami nelle nostre vite – aggiunge il dottor Giovanni Carretta – se da un lato ha dato un grande stimolo e attenzione all’igiene delle mani, è stata un’opportunità per imparare una diversa gestione sulla problematica delle infezioni. Inizialmente si è usato un approccio che si è focalizzato più sulla protezione dell’operatore sanitario che sull’evitare la diffusione fra i pazienti, per cui paradossalmente a una maggior attenzione per l’igiene si è accompagnata una diffusione di germi superiore. Sfatando il mito che si possa vivere in ambienti completamente sterili, tanto che ogni individuo ha un suo patrimonio batterico con una funzione biologica, il Coronavirus ci ha insegnato l’importanza di evitare la contaminazione. Soprattutto nel caso di soggetti fragili e immunodepressi, visto che le terapie antibiotiche sono tanto utili quanto a rischio, se mal gestite, di selezionare ceppi batterici ad elevata resistenza».

…E qual è uno dei principali veicoli di trasmissione e diffusione di infezioni batteriche? «Sono proprio le mani – spiega il Direttore Sanitario – i batteri infatti non saltano da un paziente all’altro e questo vale tanto in ambito sanitario che nella vita di tutti i giorni, per cui lavarsi le mani con attenzione diventa importantissimo. Proprio per questo stiamo adottando una nuova filosofia che nel giro di qualche anno porterà i presidi sanitari a essere sempre più “touchless”, evitando il più possibile di creare opportunità di contatto fra mani e oggetti, come le banali maniglie, per prevenire le infezioni. Gradualmente quindi si vedranno sempre più porte automatiche, ma il grosso lo farà la preparazione degli operatori, ma sono molto ottimista perché sono attenti e appassionati nella nostra ULSS, dove stiamo ottimizzando anche le terapie antibiotiche, con il risultato di un calo fino al 65% di infezioni».

La lotta all’antibiotico resistenza passa anche per l’igiene delle mani

«Iniziative come quella del flash mob attirano l’interesse perché riescono a colpire con la creatività veicolando comportamenti corretti – aggiunge Carretta – devo ringraziare gli operatori che si sono messi in gioco perché hanno dimostrato una grande consapevolezza di aver fatto qualcosa di importante per la cultura della prevenzione e della sensibilità, con attenzione per chi viene a contatto coi pazienti. Visto che i batteri non si possono battere, perché ricordo sono ovunque e non tutti “cattivi”, è importante ricordare che all’igiene delle mani si deve accompagnare un uso attento e critico degli antibiotici che vanno usati solo dietro stretta prescrizione medica, qualche linea di febbre insomma non è un alibi per usare dei farmaci avanzati, visto che, andando ad incidere sulla flora batterica, c’è il rischio di colpire anche organismi “buoni”».

«Proprio quanto stringiamo le mani, o tocchiamo un oggetto che qualcuno ha usato in precedenza andiamo a condividere la flora batterica altrui – conclude – quindi in contesti come le RSA e le residenze per anziani diventa fondamentale andare con le mani pulite ed evitare il più possibile di toccare gli ospiti. Non si tratta di essere maniacali, ma consapevoli che l’igiene delle mani è molto importante, è bene essere prudenti e usare magari un po’ di gel lavamani in più se non c’è acqua e sapone alla nostra portata. Per imparare a lavarsi bene le mani, che sembra banale ma il rischio di non farlo correttamente è dietro l’angolo, Internet è piena di interessanti tutorial che spiegano anche il percorso di diffusione che possono fare i batteri se non ci si lava correttamente. Insomma, per noi stessi e per gli altri, laviamoci le mani!».

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