
Con la chiusura delle scuole e l’arrivo di giugno, anche a Venezia si apre ufficialmente la stagione estiva per bambini e ragazzi con i Grest parrocchiali.
Un elemento distintivo dei Grest nella realtà veneziana è la loro capacità di esistere all’interno di un contesto urbano fortemente segnato dal turismo, senza snaturarsi.
«In un Grest di Venezia si cerca di custodire una quotidianità mescolata con l’aspetto del turismo», spiega don Riccardo Redigolo, direttore della Pastorale Giovanile della diocesi di Venezia. «Si costruisce uno spazio e un luogo non escludendo il turista, ma difendendosi da un’eccessiva frenesia esterna. È importante per un bambino di Venezia poter vivere un tempo in cui riconoscersi con gli altri, perché appena esce dal Grest, si ritrova avvolto dalla città turistica».
In quest’ottica, il Grest diventa un luogo di comunità che si prende cura dei più piccoli, offrendo loro spazi e tempi protetti.
«Il senso sociale si riconosce nel poter stare assieme. Un Grest di Venezia deve curare questo tempo, questo stare assieme, che altrimenti rischierebbe di disperdersi nella confusione di una città continuamente attraversata», afferma ancora don Riccardo Redigolo.
Anche la dimensione numerica gioca un ruolo fondamentale. Nelle realtà veneziane, spesso più piccole rispetto a quelle di terraferma, è possibile dedicare una cura più attenta ai dettagli: dai pranzi preparati con attenzione, ai momenti del pomeriggio pensati per ogni gruppo.
«A Venezia c’è un occhio di riguardo nel custodire questi spazi: non per dire che sia meglio o peggio rispetto ad altri luoghi, ma perché si lavora in un contesto diverso, e questa diversità chiama ad essere ancora più attenti», dice Redigolo.
«Un Grest parrocchiale è un’esperienza di volontariato, non solo un servizio. È una proposta che nasce dalla comunità per la comunità», descrive don Riccardo.
Ecco allora che, accanto al gioco e alle attività ricreative, i Grest diventano anche luoghi in cui ritrovare e consolidare le relazioni.
«Il Grest parrocchiale non è solo una proposta per vivere un tempo estivo – continua Redigolo – ma invita a curare le relazioni per sentirsi a casa propria, per poter tornare a casa propria. Le buone relazioni che si costruiscono in questi giorni possono accompagnare i ragazzi anche nei mesi successivi».
L’estate dei Grest, tuttavia, non si esaurisce a giugno. A partire da luglio, infatti, inizieranno anche i campi scuola, esperienze residenziali che porteranno bambini, ragazzi e adolescenti a vivere giorni immersi nella natura e nella spiritualità, accompagnati da educatori, animatori e sacerdoti.
«I Grest sono un momento prezioso per ritrovare il volto dei ragazzi che, durante l’anno, incontri in maniera frenetica», conclude don Riccardo. «In estate si ha la possibilità di fermarsi, ascoltarli, creare un contatto più autentico. È in questo sguardo che si gioca la vera differenza di un Grest parrocchiale: un luogo dove sentirsi accolti, voluti bene, parte di una famiglia».
E in una città come Venezia, dove ogni spazio è prezioso e ogni relazione va custodita con attenzione, anche un cortile parrocchiale può diventare, per un’estate, il cuore di una comunità viva.
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