Tutto è fermo, anche il tempo sembra essersi arrestato. Piazzale della stazione è inusitatamente vuoto, nessun turista corre con il suo trolley sui masegni e sulle lastre di marmo della pavimentazione che conducono lo sguardo verso la Chiesa di San Simenon Piccolo, silente spettatrice di una città immobilizzata e priva della quotidiana confusione. Questo è uno dei più rappresentativi dei cento scatti realizzati esattamente quattro anni fa dalla fotografa Carla Carletto durante le settimane di lockdown del 2020, pubblicati nel volume “Venezia Inedita. Cento scatti raccontano una pandemia”, realizzato su progetto di Tostapane Studio di Fabrizio Berger. Carla Carletto vive la passione per la fotografia come un flusso vitale di pura energia di cui non può fare a meno. Dopo gli studi artistici, inizia a fare delle prove in casa, allestendo uno studio e invitando le sue amiche a farle da cavia. «La passione dopo tanti anni è cresciuta ed è ancora il mio primo pensiero quando mi sveglio» racconta la fotografa. Carletto immortala Venezia dal 1974, anno in cui, giovanissima, vi si trasferì da Padova e, frequentando l’Accademia di Belle Arti, si dedicò alla sua vera passione: la fotografia in bianco e nero. Ha acquisito professionalità nel suo campo con serietà e rigore e il suo “occhio” al di là dell’obiettivo cattura immagini di intensità profonda sia quando intercetta volti umani – di cui sa individuare il vissuto – sia nelle varietà paesaggistiche o nel ritrarre animali.
Rigorosamente in bianco e nero, i cento scatti che compongono il libro sono stati scelti tra le migliaia di fotografie scattate da Carla Carletto durante i giorni sospesi del lockdown, a partire dall’8 marzo 2020. Il racconto di una città solitamente invasa dai turisti e improvvisamente svuotata dalla pandemia documenta tutta la bellezza e la poesia di cui Venezia è custode e protagonista. Sembra quasi un “the day after”, ed in parte lo è stato. Piazza San Marco, l’Accademia, le Zattere, San Giacometto, Riva dei Sette Martiri, tutti luoghi iconici che appaiono svuotati e congelati nel tempo. Un libro che riporta ad un periodo di silenzio, di vuoto, di incertezza, animato qua e là solo da qualche figura umana “di passaggio”, ma che permette al lettore di soffermarsi a guardare la vera vocazione di questa città come straordinaria, immensa opera d’arte. Fotografie inedite che sicuramente negli anni faranno la storia, restando documento tangibile di un incubo che era anche solo difficile da immaginare. «Le foto tuttavia non sono drammatiche» precisa la fotografa, che ha aspettato di vedere la gente uscire dalle abitazioni per fotografare Venezia con i suoi abitanti. Nelle calli e nei campi sono infatti riapparse le famiglie, mamme e bambini si sono riappropriati degli spazi urbani, la natura è esplosa con i suoi colori e profumi. I pochi negozi rimasti aperti e i mercati all’aperto sono diventati luoghi di incontro, la città ha cercato di esprimere una “normalità” che ha sorpreso molti e ha fatto perfino sperare in un’occasione di possibile nuovo sviluppo futuro per Venezia; anche se poi siamo tornati alla normalità» continua Carletto, che con la macchina fotografica dà voce ai suoi pensieri. «Propongo spesso progetti sociali e penso che le foto in bianco e nero siano più dirette ed emozionali, il colore distrae. “Venezia inedita” vede una città come non si vedeva da tempo. È cronaca per immagini di un pezzetto di storia che ci è toccato vivere».
Il volume però è il risultato di un lavoro corale che Carla Caletto ha curato insieme ad altre tre donne dalle diverse competenze, artistiche e scientifiche: la musicista Giovanna Dissera Bragadin, l’esperta di geopolitica Laura Trevisan e la storica dell’arte Myriam Zerbi, che ha curato i testi critici che esaltano una realtà poetica quotidiana che la pandemia ha prepotentemente fatto riaffiorare e che ha fatto sperare in un possibile ripensamento della città e dei suoi sviluppi futuri. «Lavorare in gruppo è un valore aggiunto. Senza il loro supporto il progetto non sarebbe arrivato alla conclusione. Abbiamo dato vita ad una tempesta di cervelli e insieme abbiamo deciso di pubblicare questo libro di foto per lasciare una testimonianza concreta ai posterie a chi in particolare non lo ha vissuto. – e continua Carletto – Dalle 4000 mila foto scattate durante i due periodi di chiusura, a cui sono molto legata, mi hanno aiutato a fare una prima scrematura arrivando a 1000, poi ne abbiamo infine scelte 100 grazie anche all’aiuto di Vittorio Pavan di Cameraphoto.
Il libro non è diviso per sestieri ma è inteso come una passeggiata per Venezia, accompagnata dalla musica. Valore aggiunto del volume infatti è la presenza di un Qr Code che rimanda alla pagina YouTube del maestro Roberto Rusalen, fisarmonicista e compositore basato a Venezia, che permette alle persone di ascoltare in sottofondo mentre sfogliano le fotografie un suggerimento musicale fresco dal tema neutro intitolato “Fragments of Time”. Una riflessione per fisarmonica ed archi di sette minuti che accompagna, fogliando pagina dopo pagina, nella passeggiata veneziana facendo da contrappunto alle foto del libro nutrendo il viaggio di suggestioni sonore ‘inedite’. Un’idea attraverso cui l’artista ha voluto in particolare aiutare gli ipovedenti, così che possono meglio cogliere l’essenza delle foto attraverso la musica. Le riflessioni musicali infatti, al pari dei riflessi su rii e canali, riverberano, come su superfici spezzettate di specchi, sprazzi di visioni.
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