Venezia solo mordi e fuggi con prodotti confezionati i cui contenitori sono destinati a far strabordare i cestini dei rifiuti in poco tempo? No, grazie. C’è un piccolo negozio che va decisamente controtendenza, adottando una filosofia che torna alle origini della distribuzione al dettaglio: quando i prodotti erano sfusi e si riutilizzavano i contenitori. «Tutte le nostre scelte sono volte alla sostenibilità – raccontano Lisa e Orsetta, le titolari di Rimani – nel nostro negozio il packaging non è abolito del tutto ma sostituito a quello convenzionale».
Rimani offre alimenti sfusi, detersivi alla spina e saponi al taglio, oltre a una selezione di prodotti e accessori di artigianato locale veneziano. Per i clienti l’invito è quello di venire con dei propri contenitori, soprattutto per quanto riguarda i liquidi. «Non siamo contro gli involucri – ci tengono a precisare – ma cerchiamo di usare materiali a basso impatto ambientale e facilità di ri-uso e riciclo come sacchetti di carta per chi fosse sprovvisto di contenitori di vetro e per le confezioni regalo usiamo carta da pacchi, raffia, juta e fiori essiccati. Perché questa scelta? Tutto nasce dal nostro stile di vita e dalle attività che svolgiamo “dietro le quinte” a questo nostro progetto imprenditoriale».
«Volevamo aprire un negozio che raccontasse un po’ anche la nostra storia – raccontano – e che fosse la casa delle nostre piccole autoproduzioni artigianali». Entrambe infatti hanno fatto delle scelte integrali rispetto alla routine e al consumo imposto dalla grande distribuzione. Lisa, laureata in giurisprudenza, ha abbandonato una carriera legale per dedicarsi a un’azienda agricola sostenibile, fondata col compagno Federico, anche lui giurista. Hanno bandito la chimica in favore della tecnica dell’orto sinergico e fanno trasformare i loro prodotti in una cooperativa sociale che impiega persone svantaggiate.
«Prestiamo attenzione al fatto che dal campo alla trasformazione tutto segua principi etici e attenti all’ambiente – ci tiene a precisare Lisa – abbiamo recuperato un vigneto di Glera degli anni ‘60 e lo coltiviamo in modo totalmente naturale, realizzando un prosecco a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) col fondo, che per ogni annata racconta al palato una stagione differente». Orsetta invece, laureata Iuav, è docente di disegno e serigrafia all’università UNIRSM design di San Marino. E’ una designer e artigiana che crea oggetti di uso quotidiano a partire da materiali riciclati. Così nelle sue creazioni le bottiglie di vino danno forma a lampade, ciocchi di alberi caduti diventano centro tavola e i cavi elettrici formano collane colorate.
«Ridurre la produzione di rifiuti non è impossibile, ma richiede una maggiore attenzione nella conservazione e nell’organizzazione degli alimenti – spiegano le titolari – nel punto vendita abbiamo un magazzino dedicato esclusivamente al cibo, dove le materie sono suddivise fra loro per evitare qualsiasi contaminazione. Non volevamo solo tornare a un modello di vendita al dettaglio più lento e curato, il nostro obiettivo è proprio ridurre gli sprechi favorendo l’acquisto di quello che serve davvero (perché lo si è consumato), oltre a creare un luogo che potesse essere un punto di incontro per creare e rinforzare le relazioni, proprio come era comune nelle botteghe di vicinato».
«Non avevamo intenzione di creare un luogo dove trovare cibo biologico, cosmesi naturale, detersivi ecologici e artigianato – aggiungono – ma definire un punto in cui scambiare esperienze. Per i clienti, oltre a ritrovare un rapporto umano, vogliamo offrire il vantaggio trovare prodotti a filiera corta, potendo acquistare davvero quello che serve senza il limite di packaging standardizzati, potendo anche assaggiare, provare e annusare prima di comprare. Garantiamo la freschezza grazie all’uso di contenitori ermetici e offriamo anche etichette stampate al momento per verificare scadenza e ingredienti dei prodotti».
«I veneziani si sono dimostrati solidali oltre che curiosi verso la nostra proposta – raccontano Lisa e Orsetta – i nostri clienti partecipano alla nostra attività proponendoci loro stessi produttori e realtà sostenibili, tanto che si è creata una piccola rete che vorremmo far crescere. Questo si sposa con la nostra scelta di usare solo materiali riciclati o riciclabili, anche dove i prodotti sono confezionati, come la cosmesi, stiamo attenti al materiale del packaging. Siamo sempre alla ricerca di collaborazioni con chi condivide la nostra filosofia, da artigiani a produttori, per iniziare a fare davvero la differenza collaborando tutti insieme».
Alla domanda se questo format di negozio potrebbe funzionare anche fuori Venezia, le donne non hanno dubbi: «Ci sono realtà simili alla nostra in altri luoghi, quindi non è impossibile anche dove la vita è più frenetica, tanto che all’estero la nostra filosofia viene già sostenuta da anni. Venezia è una città complicata e anche se il servizio di rifiuti, con tutte le difficoltà del caso, funziona, possiamo tutti fare qualcosa per limitarne la produzione. Bisogna guardare al consumatore, rendendoci tutti consapevoli che da quello che scegliamo e consumiamo dipende il volume di rifiuti. A Venezia non siamo da soli, ci sono anche altre realtà come “acqua altra” che vende detersivi sfusi, cosmetica sostenibile e sposa progetti sociali e pochi, ma tenaci, artigiani si impegnano in produzioni sostenibili. Noi ci crediamo e faremo di tutto per essere sempre di più per cambiare».
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