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Veritas e i progetti sull’acqua per Venezia con B-WaterSmart

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I progetti gestiti a Venezia dalla società multi-servizi veneziana per la gestione dell’acqua

Riprogettare la risorsa idrica. C’è anche Venezia, coordinata da Veritas, come unico caso italiano tra i sei casi studio del progetto europeo B-WaterSmart. I risultati e le prospettive al centro del progetto veneziano sono stati presentati mercoledì 17 e giovedì 18 luglio nella sede del Centro Artigianelli alle Zattere, proprio quando il caso studio di Venezia è diventato Woll (Water Oriented Liling Lab), un ecosistema collaborativo concepito per supportare l’innovazione e facilitarne l’inserimento nel mondo reale in un contesto multi partecipato, inserito inoltre nelWater 4 all”, un parternariato internazionale che punta a implementare su larga scala soluzioni innovative nella società water smart.

Tra le prime proposte innovative per Venezia sono state create due piattaforme informatiche che consentono di promuovere il riuso diretto delle acque reflue depurate e la valorizzazione dei fanghi a fini industriali o agricoli, la cui gestione risulta ancora condizionata da forti pregiudizi. Gli strumenti permettono la visualizzazione di dati e indicatori su mappe e grafici territoriali, con un archivio aggiornabile sulle normative pertinenti. Nello specifico del caso veneziano, il potenziale di riuso dell’effluente collegato al depuratore di Fusina è di circa 39 milioni di metri cubi all’anno, una risorsa oggi quasi del tutto sprecata.

La sperimentazione del riuso industriale delle acque

Per il riuso industriale, in particolare, Venezia ha testato una sequenza di tecnologie innovative quali ultrafiltrazione, osmosi inversa ed elettro deionizzazione messe a punto da Hydrotech con garanzie di idoneità e alta qualità. Il caso studio si è concentrato anche sul recupero dell’azoto come sale fertilizzante. Sono stati messi a confronto i due impianti di depurazione di Fusina e Camposampiero, per un totale di quattro fasi dimostrative sperimentali con due diverse tecnologie di stripping dell’ammoniaca rispettivamente di Depuracque ed Etra.

Il potenziale teorico di recupero di azoto per questa via, su scala regionale, non rappresenta neanche il 2% del fabbisogno territoriale attuale, ma questa piccola quantità consentirebbe un risparmio davvero importante di carbon footprint associata alla produzione di fertilizzante minerale, oggi la principale fonte di approvvigionamento per l’applicazione di azoto in agricoltura.

I risultati della sperimentazione e le prospettive future

«Dal caso studio Venezia è nata la CoP territoriale che coinvolge i portatori di interesse e sostiene gli obiettivi condivisi del progetto. – sottolinea Patrizia Ragazzo, responsabile R&S progetti europei servizio idrico integrato Veritas e coordinatrice del caso studio Venezia BWS – Ne fanno parte: Regione Veneto, ARPAV, Città Metropolitana di Venezia, Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, ANBI Veneto, Consiglio di Bacino Laguna di Venezia, Viveracqua, Veneto Agricoltura, Confindustria Veneto Est, Confagricoltura, CIC, Università di Venezia Ca’ Foscari e di Verona».

Una governance partecipata per perseguire gli obiettivi di un economia circolare. «La piattaforma informatica calibrata per il caso di Venezia potrebbe essere infatti ampliata all’intera Regione. – dice Rita Ugarelli, responsabile di Sintef Norvegia e co-autrice del progetto B-WaterSmart – Ho coinvolto io Veritas in questo progetto che prevede piattaforme software flessibili che valutano la disponibilità e la domanda dell’acqua sul territorio. Diversamente, a Bødo in Norvegia il progetto che seguo si è concentrato nella creazione di misuratori di portata per la valutazione dei consumi dei cittadini che finora non erano stati mappati, sempre in un’ottica di gestione della risorsa».

Il Direttore Generale di Veritas Andrea Razzini
Il nodo e il tema della gestione dei costi per l’implementazione

Va anche però considerato il problema di gestione dei costi del servizio idrico a fronte di normative europee che richiedono performance sempre più elevate: «L’acqua è un bene comune, ma noi ci comportiamo come se la risorsa fosse infinita – ha infine precisato Andrea Razzini, Direttore Generale di Veritas – Il servizio idrico in bolletta costa poco e quindi per l’opinione pubblica vale poco, questa errata percezione favorisce lo spreco dell’acqua».

«È necessario sbloccare le tariffe, per dare all’acqua il giusto valore di bene prioritario. Ci tengo a ricordare inoltre che in Europa si spende da 4 a 11 volte di più per la bolletta idrica, rispetto al nostro Paese. Occorre un cambiamento di mentalità, perché nemmeno la sfida del riuso delle acque reflue depurate è stata finora compresa a fondo e trova numerosi ostacoli soprattutto burocratici».

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