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Villa Salus: la AI studia l’infarto miocardico acuto

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Analizzati per la prima volta più di 60 parametri grazie all’intelligenza artificiale per determinare i fattori di rischio

Dal 2022, in occasione della Giornata del Cuore, celebrata tradizionalmente il 29 settembre, l’Ospedale Villa Salus di Mestre avvia una serie di screening attraverso il progetto di prevenzione “Pensiamoci Prima”, per indagare i fattori di rischio per l’infarto del miocardio acuto. L’iniziativa è nata per sensibilizzare la popolazione sulla pericolosità di questa patologia cardiovascolare responsabile degli infarti fulminanti” che non lasciano scampo a un paziente su tre prima di arrivare in ospedale e che al momento non si possono prevenire se non con abitudini sane.

Da ottobre 2022 a dicembre 2023 sono stati analizzati 712 soggetti asintomatici (maschi 52% e donne 48%) dai 45 ai 70 anni, tutti residenti nell’area metropolitana veneziana, iscritti grazie alle campagne di comunicazione lanciate su vari media. Lo studio è stato condotto grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale con cui sono stati analizzati per la prima volta in modo coordinato ben 60 diversi parametri clinici, ematochimici e strumentali in modo da fornire per ogni volontario una valutazione dirischio personalizzato” ottenuta da un algoritmo di calcolo statistico, formulando consigli e terapie con presa in carico dalla struttura ospedaliera, laddove necessario.

I maggiori fattori di rischio per l’infarto miocardico acuto

«Quello che è emerso come maggior fattore di pericolosità e quindi come ambito per un approccio inedito per la prevenzione – spiega il dottor Fausto Rigo, Responsabile del Servizio di Cardiologia del Villa Salus – è l’individuazione di una precisa combinazione di fattori di rischio, dei quali non tutti finora venivano presi in considerazione in modo adeguato. Tra questi la familiarità per l’ischemia che colpisce le coronarie del cuore è una costante in chi soffre di patologia coronarica significativa, un fattore che non compare di norma tra quelli identificati del rischio cardiovascolare».

«Un altro fattore è il colesterolo LDL, un indicatore di aterosclerosi sistemica (nota ai più come arterisoclerosi) – prosegue il medico – ma ritengo sia più utile misurarlo mettendolo in relazione con la formula per calcolarne la presenza sottraendogli i valori di colesterolo HDL e trigliceridi (formula di Friedwald). A questo si aggiunge la sedentarietà e la mancanza di movimento oltre al sovrappeso. Paradossalmente l’elettrocardiogramma (ECG) normale e da sforzo come esami per indagare soggetti asintomatici si sono confermati non utili perché non predittivi per una patologia che in Italia causa 130-150.000 decessi l’anno e nel veneziano 1 morte al giorno, ma con i risultati di questo studio potremmo prevenirla, con una revisione dei criteri di valutazione di rischio».

I risultati dello studio svolta dal Villa Salus

Presentati all’Ospedale Villa Salus di Mestre, i risultati dello studio, finanziato da Banca Ifis, hanno avuto due testimonial d’eccezione: Valter Volpato e Paola Libralato, due volontari allo screening su cui si sono riscontrati problemi cardiologici sui quali si è potuto intervenire grazie all’iniziativa. «Negli ultimi 20 anni siamo riusciti a ridurre la mortalità ospedaliera dal 30 a meno del 10% – ha spiegato Rigo – ma la mortalità pre-ospedaliera che è rimasta costante al 30-40%. L’obiettivo dello studio è quindi dimostrare come le politiche di prevenzione siano da rivedere, mettendo in luce fattori di rischio specifici per questa tipologia di infarto».

«Dei 712 soggetti valutati fino adesso – ha aggiunto il medico – il 38% è stato riclassificato rispetto alla classe di rischio a cui avrebbero dovuto appartenere secondo dall’algoritmo proposto dallo score Europeo, di questi il 60% ha mantenuto la stessa classe e l’8% è passato a una classe di rischio minore e ben il 31% è passato a una classe di rischio maggiore. 126 soggetti (il 18%) hanno mostrato indicatori di patologie coronarica o carotidea e sono stati presi in carico per esami di 2° livello. Su 41 soggetti (6%) si è intervenuti con una rivascolarizzazione coronarica. Appare quindi evidente il bisogno di rivedere i criteri di valutazione del rischio per portare avanti un nuovo modello di cardiologia “moderna”».

Il proseguo del progetto: alla ricerca di altri 500 candidati

«L’obiettivo è superare i 1000 soggetti per poter disporre di un numero più ampio di dati – chiarisce il dottor Rigo – necessari per continuare questa ricerca scientifica, che viene svolta in questo modo per la prima volta al mondo. Il nostro scopo è ambizioso, vogliamo definire una nuova classificazione della mappa del rischio proprio da Venezia, per dare forma e proporre “pacchetti” di attività di prevenzione mirati per innovare in modo radicale la cardiologia».

«Assieme ai colleghi e al personale di reparto – conclude – siamo al lavoro per portare avanti la convinzione che fattori di rischio emersi dallo studio, quali familiarità e colesterolo LDL, diventino parte delle Linee Guida Europee di Cardiologia. A questo scopo abbiamo lanciato lo scorso 11 aprile un nuovo programma di screening per il reclutamento di altri 500 volontari, uomini e donne fra i 45 e i 69 anni, residenti nella città metropolitana di Venezia e Mogliano Veneto, che abbiano almeno una di queste caratteristiche di rischio: familiarità con patologie cardiache, infarto o malattie coronarie; colesterolo o LDL alto, fumatori, affetti da pressione alta, con diabete, privi di patologie cardiache o ischemiche e cerebrali. Per aderire è sufficiente chiamare lo 041 2906993 o inviare un’email, indicando nome, cognome, recapito telefonico, data di nascita (età tra 45 e 65 anni), comune di residenza, ed eventuali patologie».

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