«Basta guardare i numeri per vedere come in Veneto delle prime cinque forme tumorali che colpiscono gli uomini tre sono localizzate nelle aree di cui ci occupiamo noi specialisti di urologia», esordisce così il dottor Daniele D’Agostino, medico dell’Ospedale Villa Salus di Mestre. «La nostra unità è operativa solo dal 2021 ma abbiamo già effettuato circa 1000 procedure chirurgiche – aggiunge – per il secondo anno di fila abbiamo deciso di aprire le porte del nostro ospedale a visite gratuite il 25 novembre per sensibilizzare al tema della prevenzione maschile, spesso sottovalutato, facendo la nostra parte per il mese dedicato ai tumori urologici: il movember o novembre azzurro».
«La scelta di avviare questo reparto tre anni fa – racconta il Maurizio Agnoletto, Direttore Sanitario dell’Ospedale Villa Salus – è per il ruolo che questo tipo di assistenza ha per il nostro territorio per cui la nostra offerta è legata alla sinergia che continuiamo a portare avanti per offrire attività che si integrino con la sanità pubblica per collaborare a ridurre le lunghe liste di attesa che sono ormai un’emergenza nazionale. La nostra è quindi una politica di completamento, non di sostituzione del pubblico, nel caso dell’ambito urologico, questi impegnano molto gli ospedali pubblici, noi quindi ci siamo focalizzati su patologie non oncologiche o sulla gestione di neoplasie benigne, riducendo i tempi di attesa e i rischi correlati».
«Siamo fortunati ad avere un registro tumori preciso in Veneto – spiega il dottor D’Agostino – non tutte le regioni hanno infatti a disposizione dati così puntuali. Quello che emerge è che la zona del veneziano è particolarmente sensibile al tumore alla vescica, l’ipotesi è che sia derivato all’esposizione di derivati del petrolio, infatti le aree d’Italia con raffinerie e poli petrolchimici tendono a mostrare una media nazionale più alta, nel nostro caso di tratta di un +5/10%. Il problema con i tumori urologici è che spesso sono asintomatici fino a che la situazione non risulta davvero grave con disturbi in fase avanzata. Per questo la prevenzione diventa fondamentale: la tecnologia ha fatto passi da gigante sia a livello di macchinari che di farmaci, ma il fattore tempo diventa determinante, non bisogna aspettare di avere segnali per vedere un urologo».
«Una pratica doppiamente consigliabile visto che si tratta di patologie che se prese in tempo sono risolvibili nella maggior parte dei casi – prosegue – se negli over 50 è diffusa l’ipertrofia prostatica e la neoplasia della vescica, nei giovani il tumore del testicolo è il più frequente tra i 20 e 30 anni, stiamo rilevando però una certa attenzione nelle giovani generazioni rispetto ai più anziani, come le donne bisognerebbe fare un controllo continuo con l’autopalpazione e un check periodico da uno specialista. Vivere nella pianura padana non aiuta, infatti inquinamento atmosferico e contaminazione del suolo potrebbero essere elementi che possono favorire lo sviluppo tumorale, ma di sicuro lo incentiva il fumo, visto che le sostanze cancerogene sono molto più a contatto con uretra e vescica rispetto ai polmoni. In ogni caso, con una diagnosi precoce per patologie alla vescica due pazienti su tre sopravvivono a cinque anni, mentre alla prostata sono nove su dieci».
«Il nostro è un reparto giovane, sia in termini di storia che anagrafici – racconta lo specialista di urologia – quando a ottobre 2021 abbiamo deciso di dare avvio all’unità operativa, l’idea era quella di focalizzarci sulle patologie benigne, spesso considerate dal pubblico di “serie B” solo per questioni di priorità di intervento rispetto a quelle maligne. In questi casi il paziente, a cui si prospettano interventi dopo anni col rischio che la situazione possa peggiorare, si sente un po’ dimenticato, come Villa Salus pensiamo che ridurre queste attese faccia la differenza guadagnando tempo e precauzioni. Così abbiamo costruito un’organizzazione su modello anglosassone che ci ha già permesso di realizzare 550 interventi per ipertrofia prostatica (per questa patologia siamo nella top 10 in Veneto), 100 interventi per calcolosi che se non trattata può portare alla perdita di un rene, 100 interventi per tumore della vescica e 350 per incontinenza urinaria, quest’ultima un grosso costo per sanità per i presidi che richiede».
«Cerchiamo di cucire addosso la terapia ai pazienti – prosegue – e ci riusciamo grazie a una vasta gamma di tecnologia, con la nostra dotazione unica in Veneto per complementarietà dei macchinari. Così, grazie al supporto della Fondazione Villa Salus, ci siamo dotati di ben due laser a olmio ad alta potenza per ridurre i sanguinamenti inter-operatori; un macchinario per la termoablazione con vapore acqueo per l’ipertrofia prostatica per cui siamo diventati anche un centro di formazione a livello nazionale e per il 2025 puntiamo a introdurre il lifting prostatico con tecnica urolift che consiste in un trattamento mini invasivo con anestesia locale in ambulatorio senza ricovero con cui si inserisce un dispositivo che rilascia un sistema di ancoraggio sui lobi della prostata che comprimendo riduce l’effetto ostruttivo, una tecnica che elimina l’uso del catetere e mantiene tutte le funzioni intatte anche dal punto di vista sessuale. Queste tecnologie sono accessibili in convenzione col Sistema Sanitario Nazionale».
«Per il secondo anno abbiamo deciso di aderire al “Novembre azzurro”, il mese per la prevenzione dei tumori maschili di carattere urologico promosso in tutto il mondo dalla fondazione australiana “Movember”, che prende il nome da una crasi fra le parole “moustache” (baffi, per rappresentare l’uomo e la sua virilità) e il mese – spiega il dottor D’Agostino – a questo scopo abbiamo ideato una campagna di prevenzione offrendo un ciclo di visite gratuite il 25 novembre presso l’Ospedale di Mestre (prenotabili via web) e visite scontate del 10% per l’intero novembre nel poliambulatorio Santa Marina nel Centro Storico veneziano. L’obiettivo è far conoscere questo servizio e soprattutto invitare gli uomini a fare controlli e screening perché prevenire è meglio di curare, non solo a livello di salute ma anche di costo sanitario».
«Il nostro target non sono solo gli over 50, ma anche persone più giovani che magari non hanno mai visto un urologo perché non ne hanno ancora mai avuto necessità – conclude – vorremmo cercare di superare due barriere, la prima sul concetto di prevenzione che non è solo per gli asintomatici ma anche per chi sottostima disturbi o piccoli fastidi e la seconda sulla resistenza maschile a fare controlli di questo tipo, tanto che spesso sono le mogli e compagne che trascinano i partner alle visite. Ci tengo a ricordare che con le tecniche mediche di oggi si possono abbandonare i timori di esiti di interventi che pregiudichino il funzionamento normale del proprio apparato riproduttore, spesso anzi dopo un intervento per risolvere problematiche benigne migliora la qualità della vita, garantendo anche la fertilità. Vorremmo che messaggio della prevenzione arrivi a sensibilizzi il numero più alto possibile di persone, per far sì che possa essere “mese della prevenzione” tutto l’anno».
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