Nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia quest’anno la Natività, ispirandosi all’anno giubilare appena iniziato dal tema “Pellegrini di speranza”, parla della pace. La Sacra rappresentazione, realizzata nella Cappella di San Pietro e inaugurata durante la S. Messa della notte di Natale, ormai è rimasta l’unica in città che vede le statuine in movimento e presenta il suggestivo alternarsi del giorno e della notte, compresi i particolari effetti atmosferici e sonori come quelli del brutto tempo e, da quest’anno, anche di una copiosa nevicata in 3D. Il tutto si svolge in un ciclo di circa sei minuti che coinvolge soprattutto i bambini, ma anche gli adulti restano incantati nel cogliere i tanti particolari presenti, creati grazie all’ingegno di padre Sergio Zanchi, da anni ideatore e realizzatore del presepe. «Il mio primo presepe risale a quando avevo 17 anni ed ero in seminario» ricorda il sacerdote, che ora ha superato i 90 anni. «Mi piace molto guardare i bambini che si divertono nel vedere i movimenti e i genitori che non riescono a portarli via. L’effetto scenografico che attira i bambini però serve anche per far passare messaggi importanti».
Sul giungere della notte i personaggi, intenti nei loro mestieri, si fermano. La stella cometa annuncia la nascita e la grotta posta sulla sinistra, in cui è presente la Sacra Famiglia con Maria che culla il bambinello, si illumina. In grande compare la parola “pace”, attorniata da due angeli di 10 centimetri disegnati dall’illustratrice Maria Gianola. «Nella grotta che di notte si illumina a giorno Gesù nasce e porta la pace, mentre i bambini del Piccolo Coro dell’Antoniano cantano “Gloria nel mondo” – dice padre Sergio – Anche quando lo si fa in casa, nel presepe la prima cosa che si deve vedere è proprio la grotta. Questa si deve differenziare dal resto del paesaggio proprio per attirare l’attenzione e richiamare ad un messaggio di pace. Soprattutto oggi, in questo periodo di guerre, abbiamo tanto bisogno di speranza e di pace. – e continua – Le statue in movimento vicino alla grotta rappresentano il nostro vivere quotidiano e ci ricordano che Gesù è venuto in mezzo a noi per insegnarci ad essere operatori di pace».
Tante sono le statuette in movimento che padre Sergio ha creato a mano nel corso degli anni. Queste sono di varie dimensioni, per adattarsi al quadro prospettico ogni anno diverso. Tra le statuine spiccano quella della donna che esce da casa per dare da mangiare alle galline e quella, poco distante, del bambino che gioca e si dondola sull’altalena. Non mancano la donna che lava il bucato e quella che stende i panni, i taglialegna, l’arrotino, il cestaio e la donna che fila all’interno di una casa, che è stata aggiunta quest’anno. Dentro le case poi, dove le persone giocano a carte, o nella bottega del fabbro, i fuochi divampano. Grazie ad una prospettiva molto profonda il paese si estende in lontananza, fino alle montagne innevate sullo sfondo, i cui spruzzi di neve si illuminano con la luce. Fontane, cascate, mulini a vento e un mare agitato con una barca che naviga tra le alte onde: sono tutti dettagli che incantano chi si pone dinnanzi alla Natività. Fedeli e turisti restano anche un’ora per apprezzarne i particolari, tra cui un pulcino finito sul tetto di una casa. «Ci sembra di essere lì anche noi – dicono i passanti – I personaggi sembrano vivere bene, felici. Tutto è rappresentato con serenità e dà grande pace interiore».
Ogni anno per realizzare il presepe padre Sergio deve iniziare a predisporre la struttura circa un mese prima. I due sacrestani lo aiutano a montare la grande impalcatura di 5×5 metri, fatta di tubi innocenti, e a realizzare le montagne, mentre una coppia di parrocchiani ha da anni il compito di mettere le luci in fibra ottica nel cielo: «Quest’anno le luci per le stelle sono state distribuite con grande armonia, meglio di tutti gli altri anni» dice entusiasta padre Sergio, che con calma predispone tutti i collegamenti che permettono di alternare i vari effetti del presepe: «La parte che mi piace realizzare di più è proprio quella degli impianti elettrici, questi poi vanno collegati al programmatore con cui stabilisco le varie fasi» spiega padre Sergio. Ancora dall’anno scorso, inoltre, su disegno della disegnatrice Maria Gianola, padre Sergio ha intagliato su un plexiglass retroilluminato una stella cometa accompagnata dall’immagine della Natività con San Francesco da porre all’ingresso della Cappella: «Non dimentichiamoci che la rappresentazione della Natività è nata grazie a San Francesco, ne avevamo celebrato proprio l’anno scorso gli 800 anni. Lui lo ha inventato perché il mistero dell’incarnazione è così grande che non basta sentirne parlare ma bisogna anche vederla con gli occhi per capire che fa ancora parte della nostra vita». Il presepe resterà aperto tutti i giorni fino al 2 febbraio con orario 9-18.
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