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“In gioco con Papà”: alla Giudecca per i disturbi ADHD

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Affrontare i disturbi dell’attenzione con il gioco, un’esperienza padri-figli a Venezia

«E’ un’iniziativa che ci è piaciuta molto e che abbiamo trovato subito in linea con le nostre attività – raccontano dalla Casa delle Meraviglie della Giudecca, realtà dedicata alle iniziative per minori – così abbiamo aderito alla giornata nazionale del 17 marzo per festeggiare un po’ in anticipo i papà assieme a bambini con disturbi dell’attenzione, sensibilizzando su questo tema. L’iniziativa “In gioco con papà“, promossa dai Gruppi di Integrazione Genitoriale, insiemi di persone impegnate in mutuo aiuto e coordinate dallo psicologo Gianluca Daffi, è un’opportunità per confrontarsi sul tema ADHD, ovvero i disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività a Venezia»

«L’occasione è stata quella di fare formazione su questo tema ai papà – spiegano – ne abbiamo avuti 26 che sono arrivati da tutta Venezia assieme ai loro figli. Oltre a giocare insieme ai piccoli con dei giochi da tavolo studiati per chi soffre di queste problematiche, sono stati coinvolti in attività di confronto sull’argomento. Non è facile rendersi conto e accettare che i propri figli sono “speciali”, ma parlarne insieme ad altri padri aiuta a condividere esperienze e strategie per aiutare questi bambini a stare meglio e affermare il diritto di essere al mondo senza correre il rischio di venire etichettati e giudicati in modo frettoloso come troppo vivaci, che non si sanno comportare o difficili da gestire».

Padri e figli in una giornata da passare insieme giocando

«Siamo state felici di ospitare questa iniziativa – spiegano le volontarie del centro – perché la figura del papà nel confronto con i figli spesso viene tenuta meno in considerazione del ruolo che hanno le mamme, pensiamo che sia corretto dare il giusto valore a entrambi i genitori, soprattutto nel caso di bambini che hanno bisogno di un’attenzione speciale. I papà che sono venuti hanno ammesso che le mamme erano più preparate sul tema dei disturbi dell’attenzione, un po’ per pigrizia si sono trovati in deficit di conoscenze, ma per recuperare sono stati molto interessati a richiedere informazioni e a capire come affrontare al meglio la questione con i propri figli».

«Proprio per semplificare la gestione della giornata, abbiamo fatto trovare tutti i tavoli e i giochi già disposti prima dell’arrivo dei visitatori del nostro spazio – aggiungono – in modo che i nostri ospiti appena arrivati nel pomeriggio potessero concentrarsi sulle attività, supportati da volontari che spiegavano come usare gli strumenti ludici. Gli approfondimenti sull’ADHD sono stati fatti senza interrompere il gioco, attraverso un momento formativo con dei supporti dedicati, facilitando l’apprendimento con la pratica, aiutando i papà a capire la problematica che questo disturbo porta con sé, ostacolando la concentrazione a lungo termine. Dei genitori che hanno partecipato molti erano persone che vedevamo per la prima volta, segno che esiste questo tema e serve affrontarlo in modo costruttivo».

I giochi utilizzati per limitare il disturbi dell'attenzione

«I supporti usati sono normalissimi giochi in scatola – chiariscono dalla Casa delle Meraviglie – ma hanno alcune caratteristiche che li rendono più adatti ai bambini che soffrono di deficit dell’attenzione, per essere più accattivanti e aiutare la concentrazione. Questi supporti facilitano la memorizzazione delle mosse e la loro pianificazione, permettono di gestire meglio le risposte emotive alle dinamiche del gioco, aiutando a gestire l’impulsività e, soprattutto, focalizzano l’attenzione su quello che si sta facendo. I bambini si sono divertiti moltissimo, anche perché hanno condiviso questa esperienza coi padri».

«Assieme ai gruppi di genitori stiamo pensando di ospitare di nuovo questa iniziativa – aggiungono – abbiamo avuto il metro del successo dal fatto che qualche bambino ci ha chiesto di se potevamo prestare loro uno dei nostri giochi per continuare a casa. Per una volta così abbiamo fatto un’eccezione… Ci aspettavamo di dover gestire molta più confusione, in realtà i piccoli, stimolati dal gioco, si sono concentrati sull’esperienza da fare assieme al proprio papà, godendosi un momento insieme tutto per loro, dedicato ad amplificare la profondità di questo incontro, con un contesto studiato per la propria concentrazione, senza distrazioni e rumori di sottofondo, con attività gestibili e soddisfacenti».

Il ruolo fondamentale del gioco per l’ADHD

«A questi bambini spesso manca un elemento fondamentale, l’accettazione altrui nella loro condizione di difficoltà – chiariscono le volontarie – è più facile dall’esterno etichettare un piccolo che sembra solo problematico, senza provare a capire come poterlo aiutare a essere sé stesso, anche con gli altri. E’ riduttivo dire che un soggetto è maleducato e non ascolta invece di provare a capire che non può e non riesce a fare diversamente nelle sue condizioni. Lo sforzo, oltre a comprendere la situazione e non è semplice per un genitore da accettare, è quello di aiutarli a superare queste difficoltà, prima di tutto non ignorandole, in modo da affrontarle. In questo il gioco può essere un validissimo alleato».

«Questa pratica infatti ha un sacco di pregi – concludono – oltre a facilitare la relazione con gli altri, aiuta a crescere perché fa comprendere che ci sono delle regole da rispettare, sviluppa intuito e creatività. Il gioco poi è una palestra di formazione e accettazione, insegna infatti che prima di imparare a vincere, bisogna imparare a perdere, per ogni vincitore ci sono sempre anche dei perdenti e non si può vincere sempre. La vittoria dipende dall’impegno, ma non è necessaria per stare insieme e divertirsi ma soprattutto, può capitare a turno a tutti, il gioco in questo è una grande scuola di vita perché insegna anche a stare bene con gli altri e ad aver fiducia che con l’impegno e la forza di volontà si possono vincere le proprie sfide, anche se non va sempre tutto come si vorrebbe, ma i traguardi sulla ADHD si possono ottenere anche senza arrivare sempre primi e soprattutto, non da soli».

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