Sono i cittadini veneziani ad aver vinto la XXXVII edizione del Premio Pietro Torta per il restauro di Venezia. Che siano veneziani per nascita o per scelta, quest’anno al centro del premio sono stati proprio i cittadini che con ordinaria straordinarietà si impegnano ogni giorno per mantenere Venezia una città viva e attuale. La cerimonia sì è tenuta sabato 25 novembre all’Ateneo Veneto di Venezia alla presenza delle autorità istituzionali e del pubblico, accolti dalla Presidente dell’Ateneo Veneto Antonella Magaraggia assieme al Presidente dell’Ordine degli Ingegneri Mariano Carraro, al Presidente del Collegio degli Ingegneri Sandro Boato, la Presidente della Commissione del Premio Maura Manzelle e lo scrittore Premio Strega Tiziano Scarpa, invitato a leggere alcuni passaggi del suo “Catalogo delle onde”, dedicato alle acque della laguna e spunto per riflessioni sulla condizione della città e dei suoi abitanti.
La decisione della Commissione di assegnare quest’anno simbolicamente il premio alla collettività di cittadini che promuovono e realizzano progetti diffusi di restauro, piuttosto che ad un singolo intervento, è arrivata dopo un percorso di riflessione e di confronto, con l’intento di anticipare alcune tematiche che verranno trattate il prossimo anno nel 50° anniversario del premio. In questo mezzo secolo di vita il premio è stato assegnato a personalità, italiane o straniere, che si sono particolarmente distinte nel promuovere, progettare, dirigere o realizzare importanti interventi di restauro e recupero nella città di Venezia e nell’area metropolitana, tra cui Ashley Clarke del Comitato Venice in Peril, Vittorio Cini, che diede vita alla Fondazione Giorgio Cini, e il maestro mosaicista Giovanni Cucco (leggi qui). Edizione dopo edizione sono stati presi in considerazione ambiti sempre più ampi e complessi della Città Metropolitana relativi al restauro del patrimonio edilizio e dell’architettura monumentale, fino al paesaggio, all’ambiente e alle infrastrutture urbane. Partendo da questi presupposti la commissione si è interrogata su che cosa significhi oggi “restauro” – o meglio, l’intervento sull’esistente – e come si sia evoluto il concetto stesso del restaurare in questi ultimi cinquant’anni. Quale miglior “restauratore” della propria città, dunque, di colui che se ne prende cura quotidianamente, nell’ambito delle proprie competenze e possibilità, con consapevolezza? Proprio i cittadini veneziani, che si adoperano per consegnare alle giovani generazioni il patrimonio ricevuto in eredità, possono dare vita ad un progetto di città condiviso e sostenibile.
Il Premio Pietro Torta per il restauro di Venezia fu istituito nel 1974 dall’Ateneo Veneto in memoria dell’ingegnere Pietro Torta (1896-1973), appassionato cultore dell’opera di restauro del patrimonio edilizio della città. L’ingegner Torta fu per molti anni Presidente dell’Ordine degli Ingegneri e Presidente della Commissione edilizia del Comune di Venezia, nonché socio dell’Ateneo Veneto. Per tutta la vita si applicò con lucida intelligenza al problema del restauro e a lui si devono alcuni esemplari interventi sull’edilizia minore e su edifici monumentali come Palazzo Corner della Regina, Palazzo della Madonetta a San Polo, Palazzo Bernardo a San Barnaba e Palazzo Parisi a San Tomà. Il Premio dell’Ateneo Veneto vuole dunque essere segno tangibile di riconoscenza della città verso quanti, come ha fatto Torta, si prodigano per Venezia nel momento in cui si è reso più urgente il problema della sua stessa esistenza. Fin dagli inizi dell’istituzione del Premio, Paola Volo Torta, vedova dell’ingegnere, fu animatrice e generosa finanziatrice fino al 1997, anno della sua scomparsa. A partire dal 1999 il Premio viene assegnato con cadenza biennale, con il contributo e la partecipazione dell’Ordine degli Ingegneri del Collegio degli Ingegneri, e solo quest’anno per la prima volta è stato assegnato alla collettività.
Ad accompagnare il Premio anche il volume, curato da Maura Manzelle e Francesco Trovò, che racconta progetti e scenari futuri grazie al contributo delle maggiori istituzioni veneziane che hanno compiti di governance e un ruolo di progettualità per la città: dalla Regione del Veneto al Comune di Venezia, a enti pubblici e privati, fondazioni, università, associazioni di categoria e istituti culturali. Completa il volume un inserto di fotografie realizzate dalla veneziana “per scelta” Alessandra Chemollo,che racconta di una Venezia materiale e immateriale. Il volume dalla copertina “riflettente”, per fare in modo che i cittadini vedano loro stessi e “riflettano” sul futuro, può essere ritirato gratuitamente presso la Segreteria dell’Ateneo Veneto.
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