Logo Ve-Nice

Ricci Oddi, un patrimonio proveniente da Venezia e Biennale

La Galleria d’Arte Moderna di Piacenza presenta una ricca collezione che oggi il museo cerca di avvicinare al pubblico con nuove metodologie

Alla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza c’è una rappresentanza di artisti che erano legati alla città di Venezia e alla Biennale d’Arte in particolare. Primo fra tutti svetta al centro della sala XVI, dedicata al ‘900 italiano, il dipinto “Quiete” del 1921 di Felice Carena (Cumiana, Torino 1879 – Venezia 1966), opera emblematica del nuovo corso della pittura italiana nel primo Dopoguerra. Insieme a quest’opera altre due realizzazioni del pittore, “Il cavallaro” e “La pergola”, furono volute dal collezionista Giuseppe Ricci Oddi per completare lo spazio dedicato a un artista particolarmente stimato, che tra l’altro fu il primo presidente della sezione veneziana dell’UCAI (Unione Cattolica artisti italiani). Dipinti, questi, che fanno capire quanto un tempo fossero fitti i rapporti di Ricci Oddi con la città sull’acqua, e soprattutto quanto la Biennale d’Arte fosse un significativo bacino da cui attingere. Nelle intenzioni di Ricci Oddi, infatti, la sua Galleria doveva comprendere l’arte a lui contemporanea. Si spiega così l’acquisizione di parecchie opere del ‘900 italiano, inizialmente riferite ad un gruppo di sette pittori, tra cui Mario Sironi, ma che poi si allargò a quasi tutti gli artisti italiani più significativi, convinti di dover ricorrere – dopo la ventata delle avanguardie – a una figuratività più quieta, appoggiata ai valori della tradizione. A questi si affiancano pittori come Arturo Tosi, Carlo Carrà e Felice Casorati, pittore quest’ultimo di cui spicca in particolare nell’allestimento museale l’opera “Donne in barca”, acquistata da Ricci Oddi proprio alla Biennale del 1934. Particolare riferimento all’arte veneziana si trova in Galleria con opere dei Ciardi, Favretto, Tito, Nono, Cadorin e Zandomeneghi. Inoltre, la raccolta presenta capolavori dell’arte emiliana, toscana, lombarda, piemontese e ligure, non tralasciando gli artisti del mezzogiorno e quelli stranieri. In esposizione si possono ammirare opere di artisti a cavallo tra ‘800 e ‘900 quali Boldini, Mancini, Campigli, Boccioni, De Nittis e Fontanesi, di cui Ricci Oddi acquistò molte opere, comprese le sculture di Medardo Rosso, tutte espressione di un’epoca di grande fermento.

Courtesy Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza
La storia della galleria

Dietro la Galleria Ricci Oddi –  oggi famosa in particolare per il dipinto di Klimt “Ritratto di signora” (leggi qui), da pochi anni nuovamente esposto dopo esser stato oggetto di un furto ancora avvolto nel mistero – c’è la figura del collezionista Giuseppe Ricci Oddi. Egli costruì una sua personale raccolta che solo dopo anni ritenne doveroso destinare al pubblico creando una struttura nella quale collocare le opere dell’intera sua collezione, nell’ottica di una crescita continua della raccolta. La storia della collezione è dunque inscindibile da quella dell’edificio che la ospita, appositamente pensato, progettato e realizzato con il desiderio di dare adeguata collocazione alle opere. La Galleria Ricci Oddi venne così inaugurata I’11 ottobre 1931 in assenza del donatore, troppo schivo per prendere parte alla cerimonia a cui parteciparono i principi di Piemonte, Umberto e Maria José di Savoia. Alla morte di Giuseppe Ricci Oddi, nel 1937, si scoprì che egli aveva lasciato al suo museo quasi tutto il denaro liquido, anche se la svalutazione della lira dopo la Seconda Guerra mondiale rese vano il capitale, impiegato in titoli di stato. Nel tempo, dopo la morte di Ricci Oddi, continuarono gli acquisti, spesso alla Biennale di Venezia, e diverse furono le donazioni, a volte da parte degli stessi artisti: come nel caso di Filippo De Pisis, che nel 1937 offrì lo splendido “Vaso di fiori con pipa” appena dipinto.

Il museo oggi

Diverse sono le idee che si stanno valutando per valorizzare al meglio nel percorso museale l’opera simbolo “Ritratto di signora” di Klimt, diventata celebre per il furto che la vide protagonista e per nascondere sotto lo strato pittorico un altro dipinto, oggi apprezzabile grazie alla realtà aumentata: «Nella ridefinizione del percorso museale stiamo cercando di capire come creare una sala apposita per raccontare la storia del quadro» dice Jacopo Veneziani, storico dell’arte laureato alla Sorbona e divulgatore scientifico, quest’anno nominato presidente della Galleria. «Il museo però non vuole puntare solo su Klimt, l’intento è quello di raccontare e far conoscere molti dei suoi importanti artisti» spiega. La Galleria, infatti, attraverso i nuovi approcci museali e le nuove tecnologie desidera sempre più far conoscere aspetti e dettagli delle sue collezioni, creando anche opportunità di approfondimenti culturali e sociali radicati nel presente.

Coinvolgere il pubblico

Il museo sta studiando dei modi per avvicinare il pubblico, in particolare le nuove generazioni. «I musei devono sempre percepirsi come una piattaforma multicanale che comunica ad un pubblico sempre diverso. – dice Veneziani, che recentemente è stato a Venezia per parlare di Wunderkammer (leggi qui) – Bisogna ragionare al plurale confezionando dei contenuti su misura per il target a cui ci si vuole rivolgere». Diverse sono le strade possibili: «La prima è quella di usare, quando possibile, i dettagli di un’opera come varco per spiegare il tutto» dice Veneziani, sottolineando che bisogna essere un po’ “cecchini”. Altra via è quella di attualizzare l’arte al presente per portarla vicino agli interlocutori, sviluppando affinità e aderenze, staccandosi così da una narrazione un po’ accademica della storia dell’arte vista come una successione di etichette: «Trovare temi e convergenze è un modo per presentare la storia dell’arte più come un racconto che come una disciplina con codici per soli addetti ai lavori» conclude Veneziani, spiegando che da un’opera infatti si possono generare dibattiti non solo legati alla storia dell’arte e che questa può essere un’idea vincente.

Argomenti correlati: , , , , , ,
Autore:

Iscriviti a VE-NICE e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!