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Il successo dell’Accademia Teatrale Carlo Goldoni

Mercoledì 20 si è tenuta per la prima volta al Teatro Goldoni la consegna dei diplomi per gli studenti dell’ultimo anno che il 29 deputeranno nello spettacolo “I saw light”. Ora i primi due anni di formazione si svolgeranno nel teatro veneziano. Mangolini: «Abbiamo avuto un incremento delle richieste del 46%».

L’Accademia Teatrale Carlo Goldoni è tra le principali scelte degli studenti nel panorama italiano, non solo per lo spessore dell’insegnamento ma anche per l’alta percentuale di occupabilità, pari all’85% nei tre anni successivi per chi completa la formazione. Questo è quanto è emerso mercoledì 20 al Teatro Goldoni a Venezia durante la cerimonia di consegna dei diplomi per i ragazzi che hanno ultimato il triennio formativo. È la prima volta che i diplomi vengono consegnati nel teatro veneziano, visto che da quest’anno la formazione dei primi due anni di corso anziché tenersi alla Giudecca si svolge proprio negli spazi del teatro, per poi proseguire l’ultimo anno al Teatro Verdi di Padova. Sono 10 i ragazzi diplomati che lo scorso luglio hanno concluso il percorso di formazione. Tra questi, Teresa Bisoni, Simone Pedini e Laura Taddeo hanno ricevuto il più alto voto di diploma e, proprio per essersi distinti come migliori attori, hanno ricevuto il “Premio Carraro per il teatro del futuro” di  5 mila euro, conferito per la prima volta dall’azienda Carraro. Quest’anno hanno chiesto di poter essere ammessi alla nuova prima classe del triennio dell’Accademia 190 i candidati, di cui 14 sono stati selezionati della commissione esaminatrice Questo segna un incremento del 46% rispetto all’anno precedente. La regione da cui arrivano più candidature è la Lombardia, seguita dal Veneto e, subito dopo, da Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Sicilia e Toscana. L’Accademia Carlo Goldoni, progetto cardine del programma TeSeO – Teatro Scuola e Occupazione nato dall’Accordo di Programma tra la Regione del Veneto e il Teatro Stabile del Veneto Teatro Nazionale, si rivela dunque sempre più selettiva e di alto livello.

Tra network europeo e imprese: un modello vincente

«Il raddoppio delle candidature per il nuovo triennio conferma l’Accademia Teatrale Carlo Goldoni come un punto riferimento nel panorama delle scuole teatrali in Italia. – ha dichiarato Carlo Mangolini, direttore dell’Accademia – A fare la differenza rispetto all’offerta sul suolo nazionale sono sicuramente l’alto tasso di ricaduta occupazionale che garantiamo, l’opportunità di studiare in due sedi prestigiose come il Teatro Verdi di Padova per il terzo anno e il Teatro Goldoni di Venezia per il biennio, ma soprattutto gli scambi formativi che abbiamo attivato in Europa. Come Teatro Stabile del Veneto stiamo dialogando con partner europei al fine di costruire un’accademia sul modello delle migliori scuole di teatro internazionali». Importante, infatti, il progetto Erasmus, con cui sono già state avviate collaborazioni con l’Academy of Theatre and Digitality di Dortmund in Germania, aprendo opportunità anche ad alcuni giovani già diplomati. Il TSV-Teatro Nazionale è intenzionato, inoltre, a sviluppare un Network di Accademie Teatrali Europee legate ai Teatri Nazionali, per cui sono già attive collaborazioni con il Teatro Greco di Atene e con l’Accademia del Teatro Nazionale di Bretagna. Una crescita attrattiva anche per le imprese: «Ringrazio Tomaso Carraro del Gruppo Carraro perché ancora una volta ha voluto credere nel nostro Teatro e investire nella formazione dei giovani attori istituendo un importante riconoscimento» ha affermato Giampiero Beltotto, presidente della Fondazione TSV – Teatro Nazionale, anticipando inoltre che l’azienda dal prossimo anno tornerà tra i principali sponsor del Teatro. Inoltre afferma: «Oltre a formare gli attori vorrei che l’Accademia potesse presto formare anche dei tecnici, anziché prenderli da fuori».

L’Accademia raccontata dai diplomati

Impegno e determinazione caratterizzano i giovani attori emergenti: «Lavoriamo da lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18.30, ma di solito arriviamo prima per scaldarci. – dice la neopdiplomata Laura Taddeo, veneziana di 23 anni – Nei primi due anni di Accademia, che si svolgono a Venezia, si lavora sulla formazione viva con diversi insegnanti su diverse pratiche dal punto di vista tecnico, vocale e recitativo. Approfondiamo tecniche vocali e metodi recitativi, facciamo anche canto e acrobatica. Il terzo anno invece, che si svolge invece a Padova, si mette in pratica quanto imparato precedentemente formando con il gruppo classe una compagnia, mettendo in scena in modo concreto diversi spettacoli con diversi registi, lavorando con i costumi e il confronto diretto con il pubblico. – e continua – Ora mi piacerebbe lavorare nel territorio ma anche cogliere opportunità all’estero. L’Accademia ci aiuterà a trovare i contatti e occasioni concrete, inoltre i neodiplomati di solito creano giovani compagnie che possono originare belle occasioni di crescita e lavorative».

Appuntamento a teatro

Ora la compagnia formatasi con la classe di attori neodiplomati, di cui oltre a Teresa Bisoni, Simone Pedini e Laura Taddeo fanno parte anche Francesca Accolla, Elena Folgoni, Lorenzo Paderno, Natanaele Pogliaghi, Giuseppe Tammaro, Stefano Vannacci e Andrea Zani, è in prova proprio sul palcoscenico del Goldoni per il primo lavoro da professionisti nello spettacolo “I saw light”. La rappresentazione, diretta dalla compagnia Motus, con Enrico Casagrande e Daniele Nicolò, e prodotta dal Teatro Stabile del Veneto, debutterà il prossimo 29 novembre nell’ambito del Festival Asteroide Amor e proseguirà il 30 novembre e 1 dicembre. “I saw light” trae ispirazione da un brano musicale e poema della poeta e rapper londinese Kae Tempest e dalla sua raccolta Let Them Eat Chaos in cui racconta lo spaesamento, le ansie, le frustrazioni e le aspirazioni degli abitanti di una qualsiasi metropoli occidentale che si chiedono dove stia andando la loro vita. «Sarà una performance con un uso di luce e spazi in modo alternativo. – anticipa Teresa Bisoni – Accompagneremo il pubblico con voci, suoni e musiche in un mondo che si costruisce man mano, grazie anche a proiezioni che creeranno immagini molto forti». E continua Laura Taddeo: «Sarà un lavoro sulla parola e sul corpo interessante in un connubio tra lingua italiana e inglese. Oltre che con le basi musicali, lavoreremo anche con i microfoni per creare effetti con la voce. Non vediamo l’ora di proseguire le prove e di esibirci in teatro».

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