Dopo due anni difficili di malattia Umberto Tozzi è tornato a cantare e domenica 7 sarà per la prima voltasull’ambito palco di Piazza San Marco a Venezia, in una straordinaria data evento nel salotto più bello del mondo. “L’ULTIMA Notte rosa THE FINAL TOUR” è infatti il titolo della tournée mondiale che, partita dalle Terme di Caracalla a Roma, si svolgerà in quattro continenti e con cui l’artista a fine carriera dà il suo addio alla scena live, dedicando al pubblico quasi 30 date italiane e altre 30 all’estero tra il 2024 e il 2025, dopoquasi 50 anni di carriera, più di 80 milioni di dischi venduti e oltre 2 mila concerti in tutto il mondo. La data di domenica sarà dunque per Venezia la prima e l’ultima occasione per vivere in laguna le emozioni dei live di Umberto Tozzi. «Ritorno sulla scena dopo due anni terribili in cui la salute ha vacillato e dove credevo non sarei più salito sul palco. Fortunatamente sono guarito ma questo mi ha fatto riflettere su ciò che ero e su cosa avrei voluto fare “da grande”. – sorride il cantante – Così, dopo una riunione di famiglia, ho deciso di tornare a cantare e fare questo tour lunghissimo. Sono onoratissimo di cantare a Venezia. Passando sotto il palco da cui mi esibirò mi sono subito ricordato che quando ero ragazzo venni a vedere qui il concerto di Paul McCartney con i Wings. Mai avrei pensato da ragazzino che un giorno avrei cantato nel luogo dove venni a vedere il mio mito dei Beatles». Il concerto a San Marco vedrà una scaletta in cui proporrà il meglio del suo repertorio, che rappresenta i gusti dei fan che lo seguono da anni. Ad accompagnare il contante ci sarà l’Ensemble Symphony Orchestra di 21 elementi. Poi parla del tour in generale: «Sono felicissimo di affrontare questo tour mondiale. Incontrerò chi ha seguito negli anni la mia musica. Sono sempre stato sul palco, ovvio che mi dispiacerà smettere di suonare».
La sua è stata una carriera di successi. Con le sue hit è stato protagonista di alcune tra le più importanti colonne sonore di cult cinematografici e di serie tv di successo. Negli anni Tozzi è diventato un’icona della musica italiana e ha attraversato e appassionato intere generazioni. «Sono sempre stato più rock che pop. Poi però ho unito le due cose e nello scrivere le canzoni sono diventato pop-rock» dice. La consacrazione musicale arrivò a partire da “Ti Amo”, indimenticabile brano del 1977 che portò Tozzi al successo e che rimase ai vertici delle classifiche per più di sette mesi, stracciando ogni record di vendita e vincendo l’edizione di quell’anno del Festivalbar. Canzone che ha attraversato ogni confine con le sue numerose reinterpretazioni, fino ad arrivare ad essere al centro di una delle scene clou della fortunata serie “La casa di carta 4”. «“Ti amo” è la canzone che mi rappresenta di più e a cui sono più affezionato. È il brano che ha confermato la mia carriera, fin dall’inizio diventato una hit non solo in Italia ma anche in Francia, Germania e Spagna. Inoltre ha segnato anche il modo di scrivere le canzoni in Italia.
La sua musica infatti guardava alle innovazioni attuate in America e in particolare a Londra: «Sono nato in un’epoca dove culturalmente è successo di tutto. Dopo quello che hanno scritto i Beatles e i Pink Floyd è difficile fare cose innovative». Le influenze maggiori poi le ricevette dal cantautorato italiano: «Lucio Battisti, che poi conobbi bene, era il mio mito. Lucio è stato l’artista più innovativo nella composizione. Lui al tempo aveva cambiato la scrittura delle canzoni» sottolinea Tozzi. Proprio Lucio Battisti fin da subito seppe riconoscere il valore delle canzoni di Tozzi, dicendo che dopo di lui solo Umberto era riuscito a scrivere una musica diversa. «Un complimento che non mi sarei mai aspettato. Ma ha detto una cosa vera: alla fine ho inventato un genere, e lui che era più avanti di me lo riconobbe subito. Sono riuscito a scrivere sul pop un repertorio innovativo. Le canzoni “alla Tozzi” si capiscono, sembrano semplici ma hanno un significativo timbro armonico. Chi diceva che le mie erano canzonette, dopo “Ti amo” dovette ricredersi».
Tra i brani che hanno segnato la su carriera impossibile non citare “Tu” e “Gloria”, super hit mondiale scelta per la colonna sonora del film di Martin Scorsese “The Wolf of Wall Street” e cantata da Laura Branigan nel 1982, per cui venne nominato ai Grammy Awards. Nello stesso anno ricevette anche il Golden Globe, premio ottenuto con oltre 27 milioni di copie vendute in soli 5 anni. Dopo la vittoria del Festival di Sanremo nel 1987 con “Si può dare di più” insieme a Gianni Morandi ed Enrico Ruggeri, nel 1988 raggiunge il terzo posto all’Eurovision Song Contest con “Gente di Mare” insieme a Raf. «La musica mi ha insegnato a vivere con passione e divertimento, che fortunatamente ho mantenuto fino ad oggi. Cantare mi ha sempre dato gioia e mi ha insegnato che da quando componi una canzone a quando la canti capisci che con la musica il pianeta si vive in modo diverso, ed è un regalo di Dio, un regalo speciale». Ora il cantante pensa solo ad oggi: «Voglio assaporare questo tour di due anni con la gioia che provo e che voglio trasmettere sul palco. Sarà un lungo addio di cui non ho ripensamenti. Ora come ora non vedo la fine del tour e non mi interessa quello che sarà dopo. Non voglio pensare al pianto che farò all’ultimo concerto. Ho sempre vissuto sul palco da quando avevo 16 anni, prima come musicista e poi come interprete di me stesso, per ora mi godo il momento. Non vedo l’ora di essere a Venezia per suonare il mio repertorio».
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